[Tempo di lettura: 8 min]
La vortioxetina, in commercio in Italia dal 2017, è un antidepressivo atipico indicato per la depressione maggiore. La documentazione disponibile per valutarne l’efficacia è mista e generalmente di scarsa qualità . La sua utilità nel contesto della medicina generale è probabilmente minima.
La vortioxetina (Brintellix°) è un antidepressivo commercializzato in Italia dal 2017.
È un potente inibitore del SERT, il trasportatore presinaptico della serotonina deputato al reuptake. Inoltre, si lega a numerosi recettori serotoninergici con un complesso meccanismo di azione. È un antagonista dei recettori 5HT1D, 5HT3 e 5HT7 e agonista parziale dei 5-HT1A e 5-HT1B (Goodman and Gilman’s, 2017).
Il suo meccanismo di azione, benché in rapporto alla modulazione dei recettori serotoninergici, non è ancora compreso completamente. Per questo motivo è considerato un antidepressivo atipico. Nella classificazione ATC non è nel gruppo degli SSRI, ma in quello degli “Altri antidepressivi” (N06AX).
È indicata per il trattamento degli episodi depressivi maggiori negli adulti. È disponibile in compresse da 5, 10 e 20 mg e in gocce da 20 mg/ml.
La dose iniziale consigliata è di 10 mg una volta al giorno in adulti con meno di 65 anni e 5 mg sopra ai 65 anni. La scheda tecnica consiglia un trattamento di almeno 6 mesi per consolidare la risposta antidepressiva dopo la risoluzione dei sintomi.
La biodisponibilità è del 75% e non è modificata dagli alimenti, e l'emivita media della vortioxetina è di circa 66 ore. Questa lunga emivita la rende poco maneggevole in caso di effetti avversi o cambio di antidepressivo.
Il metabolismo avviene principalmente attraverso l'isoenzima CYP2D6 del citocromo P450 e i metaboliti inattivi sono eliminati nelle feci (59%) e nelle urine (26%).
Sono quindi prevedibili interazioni clinicamente significative con gli inibitori forti del CYP2D6, come bupropione, chinidina, fluoxetina, paroxetina, duloxetina, terbinafina, ecc.
Se è indispensabile l'associazione con un inibitore forte del CYP2D6, è consigliata una riduzione posologica, così come viene suggerito un aumento della dose in associazione a un induttore forte del CYP2D6 ( p.es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina).
L’associazione con altri antidepressivi serotoninergici aumenta il rischio di sindrome serotoninergica o di sindrome neurolettica maligna e non è consigliata.
Vanno usati con prudenza anche altri principi attivi serotoninergici, come i triptani, il tramadolo e l’iperico.
Il profilo di sicurezza della vortioxetina è simile a quello degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI).
La vortioxetina può causare un aumento del rischio di pensieri e comportamenti suicidari in bambini, adolescenti e giovani adulti e può causare un peggioramento clinico o attivazione di stati maniacali o ipomaniacali.
Può aumentare il rischio di eventi emorragici, soprattutto se associata a FANS o altri farmaci che influenzano la coagulazione.
Può anche causare iponatriemia, che è rara ma può essere grave. È più probabile che ciò si verifichi negli anziani, in pazienti trattati con diuretici e con ipovolemia.
La vortioxetina non è associata ad un aumento di peso significativo nel corso di almeno un anno di trattamento.
La nausea è l'effetto avverso più comune: si verifica in più di un terzo dei pazienti, e di solito è temporanea e descritta come lieve o moderata.
La cefalea è segnalata in un quarto dei pazienti.
Altri effetti avversi comuni comprendono vertigini, secchezza delle fauci, rinofaringite e diarrea (meno del 10% dei pazienti).
In pazienti trattati con vortioxetina sono state segnalate disfunzioni sessuali e comportamenti aggressivi.
Nella sua valutazione l'EMA non ha trovato dimostrazioni di sintomi di astinenza clinicamente rilevanti. Per questo motivo, in scheda tecnica è indicato che i pazienti “possono sospendere bruscamente l’assunzione del medicinale senza che sia necessaria una riduzione graduale della dose.”
Secondo la valutazione della FDA, tuttavia, il 5% dei pazienti che utilizzavano dosi di 15 o 20 mg, nella prima settimana dopo la sospensione hanno riferito sintomi tipici di astinenza, come cefalea, fluttuazioni di umore, esplosioni di rabbia, vertigini e aumento della tensione muscolare.
Negli Stati Uniti quindi, a chi è in terapia con dosi da 15 o 20 mg, è raccomandata una riduzione posologica di una settimana a 10 mg prima della sospensione.
Una revisione Cochrane ha analizzato 15 studi (>7700 pazienti) che confrontavano la vortioxetina con placebo (7) e con SNRI (8). Non sono stati identificati studi di confronto con SSRI.
La vortioxetina si è dimostrata più efficace del placebo. Dal confronto con gli SNRI non risultavano differenze clinicamente significative, ma la vortioxetina risultava meno efficace della duloxetina nello studio di confronto. Probabilmente la tollerabilità della vortioxetina era migliore rispetto agli SNRI.
Gli autori della revisione Cochrane concludono che le evidenze sull'efficacia della vortioxetina rispetto al placebo e ad altri antidepressivi nel trattamento del disturbo depressivo maggiore sono miste e generalmente di bassa qualità . La vortioxetina è risultata accettabile e i pazienti potrebbero preferirla agli SNRI in base al minor numero di effetti avversi segnalati. Tuttavia, data la bassa qualità delle evidenze, non è ancora possibile formulare una raccomandazione pratica definitiva sull'utilizzo della vortioxetina.
Alcuni studi, di piccole dimensioni e non controllati, hanno fatto ipotizzare un effetto positivo della vortioxetina sulle funzioni cognitive, nell’Alzheimer iniziale e nel disturbo cognitivo lieve.
Al momento non è possibile definire la significatività clinica di questo effetto. La conclusione degli autori di una recente revisione sistematica è che “i dati preliminari suggeriscono che la vortioxetina abbia effetti promettenti nel migliorare le capacità cognitive in anziani con sintomi depressivi e potrebbe avere un ruolo nella terapia degli anziani con depressione e/o deterioramento cognitivo, compreso il morbo di Alzheimer. Sono necessari ulteriori studi a lungo termine che includano popolazioni più diversificate con comorbidità e confronti diretti con altri antidepressivi per comprendere appieno i potenziali benefici cognitivi della vortioxetina negli anziani.”
In pratica - Le evidenze attuali non supportano l'uso di routine della vortioxetina nel trattamento della depressione in medicina generale.
I pazienti più comuni che si presentano al medico di famiglia sono quelli con depressione da lieve a moderata e la vortioxetina non è stata studiata in questa popolazione. Al momento non risulta un chiaro beneficio nell'uso della vortioxetina rispetto ad altri antidepressivi.
Vortioxetine for Depression in Adults.
Cochrane Database Syst Rev. 2017 Jul 5;7(7):CD011520
Vortioxetine.
Aust Prescr. 2015 Jun;38(3):101-2
Vortioxetine (Brintellix) for the Treatment of Depression
Am Fam Physician. 2015 Mar 1;91(5):325-326.
Cognitive effects of vortioxetine in older adults: a systematic review
Ther Adv Psychopharmacol. 2021 Jul 22;11:20451253211026796
Gilberto Lacchia - Pubblicato 28/02/2022 - Aggiornato 28/02/2022
La vortioxetina (Brintellix°) è un antidepressivo commercializzato in Italia dal 2017.
È un potente inibitore del SERT, il trasportatore presinaptico della serotonina deputato al reuptake. Inoltre, si lega a numerosi recettori serotoninergici con un complesso meccanismo di azione. È un antagonista dei recettori 5HT1D, 5HT3 e 5HT7 e agonista parziale dei 5-HT1A e 5-HT1B (Goodman and Gilman’s, 2017).
Il suo meccanismo di azione, benché in rapporto alla modulazione dei recettori serotoninergici, non è ancora compreso completamente. Per questo motivo è considerato un antidepressivo atipico. Nella classificazione ATC non è nel gruppo degli SSRI, ma in quello degli “Altri antidepressivi” (N06AX).
È indicata per il trattamento degli episodi depressivi maggiori negli adulti. È disponibile in compresse da 5, 10 e 20 mg e in gocce da 20 mg/ml.
La dose iniziale consigliata è di 10 mg una volta al giorno in adulti con meno di 65 anni e 5 mg sopra ai 65 anni. La scheda tecnica consiglia un trattamento di almeno 6 mesi per consolidare la risposta antidepressiva dopo la risoluzione dei sintomi.
La biodisponibilità è del 75% e non è modificata dagli alimenti, e l'emivita media della vortioxetina è di circa 66 ore. Questa lunga emivita la rende poco maneggevole in caso di effetti avversi o cambio di antidepressivo.
Il metabolismo avviene principalmente attraverso l'isoenzima CYP2D6 del citocromo P450 e i metaboliti inattivi sono eliminati nelle feci (59%) e nelle urine (26%).
Sono quindi prevedibili interazioni clinicamente significative con gli inibitori forti del CYP2D6, come bupropione, chinidina, fluoxetina, paroxetina, duloxetina, terbinafina, ecc.
Se è indispensabile l'associazione con un inibitore forte del CYP2D6, è consigliata una riduzione posologica, così come viene suggerito un aumento della dose in associazione a un induttore forte del CYP2D6 ( p.es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina).
L’associazione con altri antidepressivi serotoninergici aumenta il rischio di sindrome serotoninergica o di sindrome neurolettica maligna e non è consigliata.
Vanno usati con prudenza anche altri principi attivi serotoninergici, come i triptani, il tramadolo e l’iperico.
Il profilo di sicurezza della vortioxetina è simile a quello degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI).
La vortioxetina può causare un aumento del rischio di pensieri e comportamenti suicidari in bambini, adolescenti e giovani adulti e può causare un peggioramento clinico o attivazione di stati maniacali o ipomaniacali.
Può aumentare il rischio di eventi emorragici, soprattutto se associata a FANS o altri farmaci che influenzano la coagulazione.
Può anche causare iponatriemia, che è rara ma può essere grave. È più probabile che ciò si verifichi negli anziani, in pazienti trattati con diuretici e con ipovolemia.
La vortioxetina non è associata ad un aumento di peso significativo nel corso di almeno un anno di trattamento.
La nausea è l'effetto avverso più comune: si verifica in più di un terzo dei pazienti, e di solito è temporanea e descritta come lieve o moderata.
La cefalea è segnalata in un quarto dei pazienti.
Altri effetti avversi comuni comprendono vertigini, secchezza delle fauci, rinofaringite e diarrea (meno del 10% dei pazienti).
In pazienti trattati con vortioxetina sono state segnalate disfunzioni sessuali e comportamenti aggressivi.
Nella sua valutazione l'EMA non ha trovato dimostrazioni di sintomi di astinenza clinicamente rilevanti. Per questo motivo, in scheda tecnica è indicato che i pazienti “possono sospendere bruscamente l’assunzione del medicinale senza che sia necessaria una riduzione graduale della dose.”
Secondo la valutazione della FDA, tuttavia, il 5% dei pazienti che utilizzavano dosi di 15 o 20 mg, nella prima settimana dopo la sospensione hanno riferito sintomi tipici di astinenza, come cefalea, fluttuazioni di umore, esplosioni di rabbia, vertigini e aumento della tensione muscolare.
Negli Stati Uniti quindi, a chi è in terapia con dosi da 15 o 20 mg, è raccomandata una riduzione posologica di una settimana a 10 mg prima della sospensione.
Una revisione Cochrane ha analizzato 15 studi (>7700 pazienti) che confrontavano la vortioxetina con placebo (7) e con SNRI (8). Non sono stati identificati studi di confronto con SSRI.
La vortioxetina si è dimostrata più efficace del placebo. Dal confronto con gli SNRI non risultavano differenze clinicamente significative, ma la vortioxetina risultava meno efficace della duloxetina nello studio di confronto. Probabilmente la tollerabilità della vortioxetina era migliore rispetto agli SNRI.
Gli autori della revisione Cochrane concludono che le evidenze sull'efficacia della vortioxetina rispetto al placebo e ad altri antidepressivi nel trattamento del disturbo depressivo maggiore sono miste e generalmente di bassa qualità . La vortioxetina è risultata accettabile e i pazienti potrebbero preferirla agli SNRI in base al minor numero di effetti avversi segnalati. Tuttavia, data la bassa qualità delle evidenze, non è ancora possibile formulare una raccomandazione pratica definitiva sull'utilizzo della vortioxetina.
Alcuni studi, di piccole dimensioni e non controllati, hanno fatto ipotizzare un effetto positivo della vortioxetina sulle funzioni cognitive, nell’Alzheimer iniziale e nel disturbo cognitivo lieve.
Al momento non è possibile definire la significatività clinica di questo effetto. La conclusione degli autori di una recente revisione sistematica è che “i dati preliminari suggeriscono che la vortioxetina abbia effetti promettenti nel migliorare le capacità cognitive in anziani con sintomi depressivi e potrebbe avere un ruolo nella terapia degli anziani con depressione e/o deterioramento cognitivo, compreso il morbo di Alzheimer. Sono necessari ulteriori studi a lungo termine che includano popolazioni più diversificate con comorbidità e confronti diretti con altri antidepressivi per comprendere appieno i potenziali benefici cognitivi della vortioxetina negli anziani.”
In pratica - Le evidenze attuali non supportano l'uso di routine della vortioxetina nel trattamento della depressione in medicina generale.
I pazienti più comuni che si presentano al medico di famiglia sono quelli con depressione da lieve a moderata e la vortioxetina non è stata studiata in questa popolazione. Al momento non risulta un chiaro beneficio nell'uso della vortioxetina rispetto ad altri antidepressivi.
Vortioxetine for Depression in Adults.
Cochrane Database Syst Rev. 2017 Jul 5;7(7):CD011520
Vortioxetine.
Aust Prescr. 2015 Jun;38(3):101-2
Vortioxetine (Brintellix) for the Treatment of Depression
Am Fam Physician. 2015 Mar 1;91(5):325-326.
Cognitive effects of vortioxetine in older adults: a systematic review
Ther Adv Psychopharmacol. 2021 Jul 22;11:20451253211026796
Gilberto Lacchia - Pubblicato 28/02/2022 - Aggiornato 28/02/2022
Commenti
Posta un commento