Passa ai contenuti principali

237 - Il singhiozzo di Felice

Il singhiozzo di Felice - Blog Prescrivere
[Tempo di lettura: 3 min]  CASO CLINICO

Il signor Felice, 82 anni, è un anziano con artrite reumatoide, cardiopatia ipertensiva, arteriopatia periferica e ipertrofia prostatica. Un anno fa, durante un episodio di fibrillazione atriale parossistica, ha subito un ictus cardioembolico e, cadendo a terra, si è procurato un’emorragia subdurale e subaracnoidea traumatiche.

 

Da allora è allettato e con importanti reliquati neurologici. È comparsa un’anemia cronica multifattoriale, con valori di emoblogina fino a 8 g/dL, trattata con trasfusioni e ferro per os, e convulsioni epilettiche in seguito alle emorragie post-traumatiche.

 

Segue una complessa politerapia: apixaban, levetiracetam, allopurinolo, idrossiclorochina, bisoprololo, simvastatina, furosemide, digossina, pantoprazolo e ferro (Cardiosideral°).

 

Alcuni mesi fa è comparso un singhiozzo incoercibile, persistente giorno e notte, che ha compromesso fortemente la sua qualità di vita, disturbando il sonno e la capacità di alimentarsi.

 

A causa di questo disturbo, Felice è stato trattato con l’aumento dell’inibitore di pompa, cloropromazina (Largactil°), metoclopramide, domperidone, tutte terapie farmacologiche tentate in sequenza, a dosi progressivamente crescenti, che non hanno avuto alcun effetto sul singhiozzo che persisteva, lasciando solo brevi pause durante la giornata.

 

Il singhiozzo è un riflesso motorio in cui una contrazione improvvisa dei muscoli inspiratori è associata alla chiusura della glottide che provoca il suono caratteristico.

 

Il disturbo è di solito lieve e autolimitantesi. Il singhiozzo che continua per 48 ore fino a un mese è definito "persistente", mentre oltre un mese si parla di singhiozzo "intrattabile".


Il singhiozzo persistente interferisce con le condizioni generali dei pazienti, il sonno e l'assunzione di cibo e bevande. Può anche interferire o impedire procedure diagnostiche (per esempio TC/RM) o invasive che richiedono al paziente di rimanere immobile.

 

Le cause principali del singhiozzo sono la distensione gastrica, patologie esofagee, disturbi neurologici,  malattie infiammatorie, neoplastiche, infettive o metaboliche che stimolano le vie nervose coinvolte in questo riflesso (tabella).


Raramente la causa del singhiozzo è un effetto avverso delle terapie farmacologiche.


I farmaci noti come causa di singhiozzo persistente sono principalmente:

  • corticosteroidi
  • benzodiazepine
  • antibiotici (doxiciclina, ceftriaxone, cotrimoxazolo)
  • darunavir, un antiretrovirale utilizzato nell'HIV
  • antiemetici: è stato segnalato singhiozzo nei pazienti oncologici trattati con ondansetron, soprattutto in associazione con desametazone.

L’associazione di diversi farmaci che espongono al singhiozzo aumenta il rischio.

 

Il singhiozzo di Felice sembrava intrattabile e, dopo i tentativi infruttuosi di controllo farmacologico, è stata supposta una causa medicamentosa.


Sorprendentemente, dopo la sospensione del Cardiosideral° e la sostituzione con un altro ferro orale (Tardyfer°) il disturbo è scomparso nel giro di un paio di giorni. Il singhiozzo è segnalato molto raramente come effetto avverso durante le terapie con ferro orale. In questo caso è difficile stabilire un rapporto causale, ma di fatto, nel caso di Felice, a distanza di 4 mesi il singhiozzo non si è più ripresentato.


 

Hiccups
UpToDate®  - This topic last updated: Oct 27, 2020. 





                                                                                                 Gilberto Lacchia




______________________________________


Pubblicato: 28/01/2021 Aggiornato: 28/01/2021




Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons