Passa ai contenuti principali

168 - Valutare il paziente con trombocitosi

Tempo di lettura: 5 min
La trombocitosi è definita come l'aumento della conta piastrinica oltre 450,000/microL e si può osservare in circa il 2% della popolazione. La diagnosi differenziale è ampia, ma le numerose cause si possono raggruppare in trombocitosi reattive e primarie.

Trombocitosi reattive - Sono causate da una risposta a fattori di crescita rilasciati in condizioni infiammatorie o neoplastiche sottostanti; non sono dovute a disturbi ematologici primari. Il conteggio delle piastrine tende a normalizzarsi dopo la risoluzione della malattia acuta.

La trombocitosi è indotta da fattori di crescita prodotti in seguito a numerosi stimoli:

  • emorragia acuta, anemia emolitica;
  • carenza marziale;
  • iposplenismo (funzionale o chirurgico);
  • neoplasie occulte;
  • infezioni (acute virali e batteriche, croniche, tubercolosi);
  • condizioni infiammatorie acute o croniche (malattie reumatologiche, IBD, celiachia, sindrome nefrosica);
  • danno tissutale (ustioni, infarto miocardico, traumi gravi, postoperatorio);
  • effetto rebound dopo la terapia di una trombocitopenia immune o dopo una trombocitopenia indotta dall'etanolo;
  • terapia con vitamina B12;
  • esercizio fisico.

La trombocitosi riscontrata occasionalmente in medicina generale va considerata un segno di allarme per patologie neoplastiche: l'incidenza di qualsiasi tumore a 12 mesi è risultata maggiore nei soggetti con trombocitosi (11,6% negli uomini, 6,2% nelle donne) rispetto a quelli con conta piastrinica normale (4,1% negli uomini, 2,2% nelle donne).

Trombocitosi primarie (clonali) - Origina dall'espansione clonale di una cellula staminale emopoietica mutata. È più caratteristica della trombocitemia essenziale, ma si osserva anche in altre neoplasie mieloproliferative (policitemia vera, mielofibrosi, LMC e in sindromi mielodisplastiche). La trombocitemia essenziale comporta un rischio relativamente elevato di complicanze trombotiche, come ictus e tromboembolia venosa. È stato identificato un numero crescente di mutazioni acquisite che causano una proliferazione autonoma, di cui le più comuni sono JAK2 e V617F.

Valutazione - L'anamnesi e l'esame obiettivo vanno diretti a identificare le cause più comuni o sintomi suggestivi: infezioni, traumi recenti, malattie infiammatorie croniche, neoplasie, anemia, splenectomia, recenti interventi chirurgici, anamnesi di emorragie (menorragia, emorragie gastroenteriche), tabagismo, abuso di alcool, febbre, calo ponderale, sudorazioni notturne, terapie farmacologiche (cortisonici, adrenalina, vincristina).

La maggior parte dei pazienti con trombocitosi clonale non riferisce sintomi, ma alcuni hanno sintomi vasomotori (cefalea, alterazioni della vista, dolori atipici al torace o alle zone distali degli arti), complicanze emorragiche (da malattia di von Willebrand acquisita) e complicanze trombotiche.

Una trombocitosi primaria è più probabile in caso di sintomi vasomotori non spiegabili (eritromelalgia, vampate, prurito), costituzionali (astenia, sudorazioni notturne, febbre di ndd, calo ponderale), splenomegalia, trombosi in sedi anomale o multiple, storia famigliare di trombocitosi.

L'epatosplenomegalia suggerisce una problematica ematologica.

Per precisare la diagnosi può essere utile richiedere esami aggiuntivi.

Striscio periferico: permette di valutare la presenza di infezioni (neutrofilia), carenza marziale (microcitosi, ipocromia), iposplenia (corpi di Howell-Jolly) o mielofibrosi (poichilocitosi). Una morfologia piastrinica anomala , per esempio piastrine di grandi dimensioni, si può osservare nella trombocitemia essenziale.

Proteine della fase acuta: l'aumento di PCR e VES supportano una diagnosi di trombocitosi reattiva, anche se valori normali non escludono l'infiammazione o le neoplasie.

Assetto marziale (→ post precedente): l'anemia sideropenica è una causa trattabile comune di trombocitosi reattiva.

Ripetizione dell'emocromo: potrebbe essere utile per verificare la risoluzione o la persistenza della trombocitosi. Se inizialmente si sospetta una causa reattiva, ripetere il test dovrebbe confermare la risoluzione della trombocitosi dopo una gestione appropriata.

Esami per valutare una neoplasia occulta (→ post precedente): la trombocitosi è associata a un aumento del rischio di neoplasie maligne in varie sedi (soprattutto polmone, endometrio, esofago, stomaco, colon e retto, rene e ovaio) ma non il cancro della mammella. Le attuali linee guida britanniche raccomandano una radiografia del torace in pazienti di età ≥40 e un'ecografia pelvica per donne di età ≥55 con trombocitosi e perdite vaginali inspiegabili o ematuria macroscopica.

Un altro test utile e non invasivo è la ricerca del sangue occulto nelle feci.

Invio allo specialista: va considerato per i pazienti con trombocitosi persistente inspiegabile e/o con complicanze trombotiche o con le caratteristiche delle patologie ematologiche primarie.





Investigating thrombocytosis
BMJ. 2019;366:l4183

Approach to the patient with thrombocytosis
UpToDate® - This topic last updated: Jan 09, 2019

Algoritmo diagnostico





Gilberto Lacchia

______________________________________
Pubblicato: 19/03/2020 Aggiornato: 19/03/2020

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons