Passa ai contenuti principali

142 - Sindromi di Lyell e Stevens-Johnson

Tempo di lettura: 5 min
La sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (TEN o sindrome di Lyell) sono considerate le forme più gravi di reazione avversa cutanea a farmaci. Nonostante siano fortunatamente rare, è importante conoscerle e tenerle presenti, perché un ritardo diagnostico può essere fatale per il paziente.

Si tratta di reazioni mucocutanee di solito innescate da farmaci, caratterizzate da necrosi estesa e distacco dell'epidermide.

Le mucose sono interessate in oltre il 90% dei pazienti, di solito in due o più siti distinti (occhi, bocca e genitali).

Sono condizioni in stretto rapporto tra loro, un continuum piuttosto che malattie diverse.

Si distinguono principalmente per la gravità, in base alla percentuale di superficie corporea (SC) interessata dalle erosioni:
  • la SJS è la condizione meno grave, in cui il distacco di cute è <10% della SC (mortalità 5-10%);
  • la TEN comporta il distacco di >30% della SC (mortalità >30%);
  • la sovrapposizione SJS/TEN si osserva in pazienti con un distacco cutaneo dal 10 al 30% della SC.
Fattori di rischio sono l'infezione da HIV, patologie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso), tumori maligni e fattori genetici (per esempio l'HLA B 1502 che predispone fortemente i soggetti di origine asiatica trattati con carbamazepina).

La diagnosi clinica si basa sull'associazione di sintomi simil-influenzali (febbre alta, faringodinia, tosse, bruciore oculare) e segni a livello delle mucose (lesioni della mucosa orale, vaginale, respiratoria, digestiva) e la comparsa di macule e vescicole epidermiche che confluiscono in grosse bolle flaccide.

In un terzo dei casi i sintomi simil-influenzali precedono di 1-3 giorni la sintomatologia dermatologica.

Segni e sintomi che devono mettere in guardia sulla possibilità di una SJS/TEN sono febbre >38°C, mucosite, dolore cutaneo e vescicole.

La fase acuta della SJS/TEN dura da 4 a 28 giorni dopo l'assunzione del farmaco. È caratterizzata da febbre persistente, grave coinvolgimento delle mucose e desquamazione epidermica che può essere generalizzata e portare ad ampie aree di cute interessata e dolente.

La riepitelizzazione può iniziare dopo diversi giorni e richiede tipicamente 2-4 settimane.

Il paziente deve sempre essere ricoverato, ma l'interruzione precoce del farmaco sospetto è fondamentale: è stato dimostrato che la rapida sospensione del farmaco può ridurre la mortalità del 30%, specialmente per i farmaci con emivita breve.

Una accurata anamnesi farmacologica è decisiva per evitare la riassunzione della sostanza in questione: tutti i farmaci, indipendentemente dalla via di somministrazione, devono essere presi in considerazione, in particolare i nuovi farmaci assunti nelle 8 settimane precedenti la reazione cutanea.

Devono essere presi in considerazione anche quelli assunti in modo intermittente, come vitamine, sedativi, analgesici, lassativi e prodotti naturali.

È anche importante evitare l'errore comune di considerare come causa della SJS/TEN farmaci utilizzati per i primi sintomi precoci, come gli antipiretici o gli antibiotici.

I farmaci più frequentemente in causa sono: allopurinolo, antiepilettici (carbamazepina, lamotrigina), sulfamidici (cotrimossazolo), nevirapina e FANS (soprattutto oxicami ma anche nimesulide ed etoricoxib). Meno comunemente sono state segnalati casi da antibiotici beta-lattamici.

La lamotrigina è uno dei farmaci spesso in causa. La maggior frequenza di sindrome SJS/TEN si osserva nelle prime 8 settimane di terapia con lamotrigina, soprattutto se si utilizzano dosi iniziali troppo elevate o aumenti di dosaggio troppo rapidi. La reintroduzione della lamotrigina in pazienti che hanno avuto precedenti eruzioni cutanee lievi può causare una forma grave.

L'associazione della lamotrigina con l'acido valproico ne aumenta le concentrazioni plasmatiche e il rischio di effetti avversi.

Sono stati segnalati anche casi verificatisi per errori di dispensazione con confusione tra nomi di specialità, a volte su ricette scritte a mano: Lamictal° al posto di Lamisil°, Lamictal°/labetalolo o lamotrigina/lamivudina.

Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica
Manuale Merck - Maggio 2017

Stevens-Johnson syndrome and toxic epidermal necrolysis
UpToDate® - Topic last updated: Mar 12, 2019

Stevens-Johnson Syndrome and Toxic Epidermal Necrolysis: An Update
Am J Clin Dermatol. 2015 Dec;16(6):475-93

Drug-induced Lyell and Stevens-Johnson syndromes
Prescrire Int. 2009 Feb;18(99):20-2

Lamotrigine : prévenir les effets indésirables cutanés graves
La revue Prescrire 2019 sep;39(431):666-668

Syndrome de Lyell et crise épileptique après confusion entre Lamictal° et Lamisil°
La revue Prescrire 2010 apr;30(318):275


Gilberto Lacchia

______________________________________
Pubblicato: 12/12/2019 Aggiornato: 12/12/2019

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons