Passa ai contenuti principali

36 - Nitrofurantoina o fosfomicina nelle cistiti non complicate

Le più recenti linee guida per il trattamento empirico delle donne con infezioni non complicate delle basse vie urinarie (UTI) consigliano di scegliere tra tre vecchi antibiotici: co-trimossazolo, nitrofurantoina e fosfomicina. Sebbene questi ultimi due farmaci siano risultati efficaci contro la maggior parte dei patogeni delle vie urinarie, non sono stati pubblicati confronti recenti.

In uno studio multicentrico in aperto, i ricercatori hanno coinvolto 513 donne residenti in Svizzera, Polonia e Israele con sintomi di UTI e combur test suggestivo per UTI, randomizzandole a fosfomicina (una singola dose di 3 g) o nitrofurantoina (100 mg tre volte al giorno per 5 giorni). Sono state escluse le gravide e quelle con segni di sepsi o malattie delle vie urinarie superiori.

Al termine del trattamento, il gruppo trattato con nitrofurantoina aveva una probabilità significativamente maggiore rispetto al gruppo trattato con fosfomicina di avere una risoluzione dei sintomi (75% vs. 66% a 2 settimane e 70% vs. 58% a 4 settimane). Anche la risoluzione microbiologica a 4 settimane era più comune nel gruppo della nitrofurantoina (74% vs. 63%), soprattutto tra le donne con infezioni da Escherichia coli. Gli effetti collaterali erano rari in entrambi i gruppi e consistevano principalmente in disturbi gastrointestinali.

Questo studio è stato criticato per alcuni problemi metodologici; per esempio, non era in doppio cieco, non era richiesta un’urocultura positiva per la diagnosi, ma era sufficiente un combur test positivo per nitriti o esterasi leucocitaria e inoltre il dosaggio raccomandato della nitrofurantoina è di 100 mg due volte al giorno e non tre volte al giorno che è la posologia utilizzata nello studio (così come la posologia della fosfomicina era una sola dose da 3 g, mentre normalmente noi ne utilizziamo due a distanza di 24 ore).

Ciononostante, questi risultati mi sembrano utili per farci prendere in considerazione anche l’utilizzo della nitrofurantoina (100 mg x 2 per 5 giorni) per le infezioni urinarie non complicate nella donna, che, insieme a fosfomicina e co-trimossazolo, dovrebbero rappresentare la prima scelta, prima di passare ai fin troppo utilizzati chinolonici.

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons