Passa ai contenuti principali

39 - Inibitori di pompa e interazioni farmacologiche

Mentre gli inibitori di pompa hanno un'efficacia sostanzialmente sovrapponibile, le interazioni farmacologiche non sono uguali per tutti.

In particolare tra tutti gli inibitori di pompa, l’omeprazolo risulta quello con le interazioni clinicamente più significative, dato che influenza gli isoenzimi del citocromo P450 come potente inibitore dei citocromi CYP2C19 e CYP3A4 e induttore del CYP1A2.

In seguito a questi effetti farmacodinamici, l’interazione con altri farmaci può produrre:

Ciclosporina: l’omeprazolo può modificarne i livelli ematici.
Antiretrovirali (per esempio atazanavir, nelfinavir): dato che sono metabolizzati dal CYP1A2, l’induzione esercitata dall’omeprazolo può ridurne la concentrazione ematica (si tratta di un’interazione maggiore e l’associazione è controindicata).
Claritromicina: aumento della concentrazione di entrambi i farmaci.
Clozapina: riduzione dell’effetto della clozapina.
Fenitoina: l’omeprazolo modifica il metabolismo aumentando l’emivita della fenitoina quasi del 30%.
Citalopram/Escitalopram: aumento dei livelli ematici.
Metotrexate: può aumentare i livelli ematici con comparsa di effetti tossici sul midollo.
Warfarin: aumento dell’effetto anticoagulante probabilmente per riduzione del metabolismo.
Tra gli altri inibitori di pompa, anche il lansoprazolo risulta avere interazioni potenzialmente significative e richiede attenzione.

Si tratta solo di alcuni esempi con farmaci piuttosto comuni, ma che fanno capire come il profilo di sicurezza di alcuni inibitori di pompa non sia ottimale in alcune categorie di pazienti (trapiantati, soggetti con HIV) o anziani politrattati.

In questi casi, se è necessario un inibitore di pompa, quelli con minori interazioni sono il pantoprazolo e il rabeprazolo.

Gilberto Lacchia


Pubblicato: 25/06/2018 Aggiornato: 14/08/2020

Commenti

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale