Mentre gli inibitori di pompa hanno un'efficacia sostanzialmente sovrapponibile, le interazioni farmacologiche non sono uguali per tutti.
In particolare tra tutti gli inibitori di pompa, l’omeprazolo risulta quello con le interazioni clinicamente più significative, dato che influenza gli isoenzimi del citocromo P450 come potente inibitore dei citocromi CYP2C19 e CYP3A4 e induttore del CYP1A2.
In seguito a questi effetti farmacodinamici, l’interazione con altri farmaci può produrre:
Ciclosporina: l’omeprazolo può modificarne i livelli ematici.
Antiretrovirali (per esempio atazanavir, nelfinavir): dato che sono metabolizzati dal CYP1A2, l’induzione esercitata dall’omeprazolo può ridurne la concentrazione ematica (si tratta di un’interazione maggiore e l’associazione è controindicata).
Claritromicina: aumento della concentrazione di entrambi i farmaci.
Clozapina: riduzione dell’effetto della clozapina.
Fenitoina: l’omeprazolo modifica il metabolismo aumentando l’emivita della fenitoina quasi del 30%.
Citalopram/Escitalopram: aumento dei livelli ematici.
Metotrexate: può aumentare i livelli ematici con comparsa di effetti tossici sul midollo.
Warfarin: aumento dell’effetto anticoagulante probabilmente per riduzione del metabolismo.
Tra gli altri inibitori di pompa, anche il lansoprazolo risulta avere interazioni potenzialmente significative e richiede attenzione.
Si tratta solo di alcuni esempi con farmaci piuttosto comuni, ma che fanno capire come il profilo di sicurezza di alcuni inibitori di pompa non sia ottimale in alcune categorie di pazienti (trapiantati, soggetti con HIV) o anziani politrattati.
In questi casi, se è necessario un inibitore di pompa, quelli con minori interazioni sono il pantoprazolo e il rabeprazolo.
Pubblicato: 25/06/2018 Aggiornato: 14/08/2020
In particolare tra tutti gli inibitori di pompa, l’omeprazolo risulta quello con le interazioni clinicamente più significative, dato che influenza gli isoenzimi del citocromo P450 come potente inibitore dei citocromi CYP2C19 e CYP3A4 e induttore del CYP1A2.
In seguito a questi effetti farmacodinamici, l’interazione con altri farmaci può produrre:
Ciclosporina: l’omeprazolo può modificarne i livelli ematici.
Antiretrovirali (per esempio atazanavir, nelfinavir): dato che sono metabolizzati dal CYP1A2, l’induzione esercitata dall’omeprazolo può ridurne la concentrazione ematica (si tratta di un’interazione maggiore e l’associazione è controindicata).
Claritromicina: aumento della concentrazione di entrambi i farmaci.
Clozapina: riduzione dell’effetto della clozapina.
Fenitoina: l’omeprazolo modifica il metabolismo aumentando l’emivita della fenitoina quasi del 30%.
Citalopram/Escitalopram: aumento dei livelli ematici.
Metotrexate: può aumentare i livelli ematici con comparsa di effetti tossici sul midollo.
Warfarin: aumento dell’effetto anticoagulante probabilmente per riduzione del metabolismo.
Tra gli altri inibitori di pompa, anche il lansoprazolo risulta avere interazioni potenzialmente significative e richiede attenzione.
Si tratta solo di alcuni esempi con farmaci piuttosto comuni, ma che fanno capire come il profilo di sicurezza di alcuni inibitori di pompa non sia ottimale in alcune categorie di pazienti (trapiantati, soggetti con HIV) o anziani politrattati.
In questi casi, se è necessario un inibitore di pompa, quelli con minori interazioni sono il pantoprazolo e il rabeprazolo.
Gilberto Lacchia
Pubblicato: 25/06/2018 Aggiornato: 14/08/2020
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