Passa ai contenuti principali

30 - Terapia delle sinusiti acute

In uno studio pubblicato su JAMA Intern Med è stato valutato quanto venga seguita la raccomandazione di una terapia di 5-7 giorni nella terapia delle sinusiti acute in medicina generale. Dallo studio emerge che quasi il 70% delle prescrizioni aveva una durata di 10 giorni o più.

La raccomandazione delle linee guida riguarda pazienti adulti a basso rischio. Si tende a scoraggiare l'uso dell'azitromicina a causa del rischio di sviluppare resistenze. In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un database di prescrizioni nazionale (Stati Uniti) che includeva quasi 3,7 milioni di visite per sinusite in medicina generale in pazienti adulti. Sono stati valutati gli antibiotici prescritti per classe e la durata della prescrizione. Le visite per sinusite cronica o per diagnosi associate sono state escluse.

Quasi il 70% delle prescrizioni aveva una durata di 10 giorni o superiore; escludendo le prescrizioni di azitromicina (di solito prescritte per 5 giorni), la percentuale di prescrizioni con durata di 10 giorni o più aumentava al 91,5%. Un quarto di tutte le prescrizioni riguardavano l'azitromicina e più della metà erano antibiotici beta-lattamici.

I ricercatori non sono stati in grado di identificare i pazienti che avessero avuto insuccessi nella terapia o altri motivi per cui avrebbero potuto essere indicate prescrizioni di maggiore durata, ma hanno osservato che la percentuale era comunque bassa.

Questi risultati dovrebbero servirci per ricordare che le percentuali di successo per le terapie antibiotiche di 5-7 giorni per la sinusite acuta sono equivalenti a quelle di cicli più lunghi e che l'azitromicina non andrebbe prescritta nei pazienti con sinusite acuta. Seguire entrambe le raccomandazioni potrebbe ridurre lo sviluppo di antibioticoresistenze.

Secondo la rivista Prescrire, le sinusiti acute (isolate o associate a rinite) sono per la maggior parte di origine virale e la terapia dovrebbe essere prevalentemente sintomatica. Il paracetamolo è il farmaco sintomatico di prima scelta per dolore o febbre. Il trattamento antibiotico sin dall'inizio, con amoxicillina come prima scelta, sarebbe giustificato solo in alcuni pazienti ad alto rischio di complicanze: diabetici, immunodepressi o con sintomi molto intensi.

King LM et al. Less is more: Antibiotic therapy duration in US adults with sinusitis 
JAMA Intern Med 2018 Mar 26

Acute rhinosinusitis: no tangible benefit with antibiotic therapy 
Prescrire Int. 2014 Jul;23(151):191.

Sinusitis (acute): antimicrobial prescribing (visual summary)
Linee guida NICE - Ottobre 2017

Gilberto Lacchia


Pubblicato: 21/05/2018 Aggiornato: 25/02/2019

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons