Sento spesso i colleghi lamentarsi per l'onere delle visite domiciliari. Di fatto siamo ormai quasi gli unici medici che vedono i pazienti nelle loro case.
Uno dei vantaggi del medico che va nell'abitazione dei propri assistiti è la possibilità di rendersi conto di situazioni, abitudini e soprattutto errori che altrimenti non sarebbero emersi facilmente. A volte tuttavia è necessario essere quasi dei novelli Sherlock Holmes per trovare l'indizio giusto.
Ecco un esempio.
Paziente 76enne, dimesso dalla cardiologia. Il medico di medicina generale viene chiamato per la "solita" visita domiciliare di ripresa in carico e presa in visione della documentazione. Un paziente complesso, con diabete, BPCO, fibrillazione atriale cronica in cardiomiopatia dilatativa e un'insufficienza cardiaca in compenso labile.
Il ricovero era dovuto a un nuovo episodio di scompenso. A casa, parlando con lui e la moglie, il medico si rende conto che non hanno le idee chiare sulla terapia e dopo un interrogatorio tipo "terzo grado" comincia a riesaminare il cassetto delle medicine: un cassettone appoggiato su un mobile con una montagna di scatole e scatolette alla rinfusa. Tra le tante scova questa:
Morale della favola: il cardiologo aveva sospeso l'amlodipina (per ipotensione, oltre al fatto che l'amlodipina è controindicata nello scompenso cardiaco) e aveva introdotto il bisoprololo (Sequacor, sequaDor per il paziente). Il paziente aveva fatto confusione e prendeva amlodipina al posto del betabloccante che veniva poi aumentata dal cardiologo credendo di aumentare il betabloccante.
Alla fine scompenso ingestibile a domicilio, accesso d'urgenza in pronto soccorso e due settimane di ricovero ospedaliero.
Pubblicato: 10/05/2018 Aggiornato: 19/10/2018
Uno dei vantaggi del medico che va nell'abitazione dei propri assistiti è la possibilità di rendersi conto di situazioni, abitudini e soprattutto errori che altrimenti non sarebbero emersi facilmente. A volte tuttavia è necessario essere quasi dei novelli Sherlock Holmes per trovare l'indizio giusto.
Ecco un esempio.
Paziente 76enne, dimesso dalla cardiologia. Il medico di medicina generale viene chiamato per la "solita" visita domiciliare di ripresa in carico e presa in visione della documentazione. Un paziente complesso, con diabete, BPCO, fibrillazione atriale cronica in cardiomiopatia dilatativa e un'insufficienza cardiaca in compenso labile.
Il ricovero era dovuto a un nuovo episodio di scompenso. A casa, parlando con lui e la moglie, il medico si rende conto che non hanno le idee chiare sulla terapia e dopo un interrogatorio tipo "terzo grado" comincia a riesaminare il cassetto delle medicine: un cassettone appoggiato su un mobile con una montagna di scatole e scatolette alla rinfusa. Tra le tante scova questa:
Morale della favola: il cardiologo aveva sospeso l'amlodipina (per ipotensione, oltre al fatto che l'amlodipina è controindicata nello scompenso cardiaco) e aveva introdotto il bisoprololo (Sequacor, sequaDor per il paziente). Il paziente aveva fatto confusione e prendeva amlodipina al posto del betabloccante che veniva poi aumentata dal cardiologo credendo di aumentare il betabloccante.
Alla fine scompenso ingestibile a domicilio, accesso d'urgenza in pronto soccorso e due settimane di ricovero ospedaliero.
Gilberto Lacchia
Pubblicato: 10/05/2018 Aggiornato: 19/10/2018
Commenti
Posta un commento