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573 - Omega-3: schede tecniche aggiornate... ma non troppo.

A fine 2023 l'EMA ha richiesto una correzione delle schede tecniche degli acidi grassi polinsaturi omega-3. I redattori della rivista Prescrire, tuttavia, ritengono che l'aggiunta approvata sia incompleta e il rischio sia stato minimizzato. [Lettura 5 min]

|| Punti Chiave ||

  • Gli acidi grassi omega-3 non hanno dimostrato benefici in prevenzione cardiovascolare e questa indicazione è stata revocata dall'EMA nel 2018.
  • Alcune metanalisi hanno evidenziato un aumento del rischio di fibrillazione atriale associato all'uso di omega-3, dose-dipendente, a partire da 1 g/die.
  • Nel 2023 il PRAC ha richiesto che il rischio di fibrillazione atriale venisse inserito in scheda tecnica, ma le modifiche approvate dall'EMA sono fuorvianti e non informano in modo chiaro sull'aumento del rischio.
Gli acidi grassi polinsaturi omega-3 sono presenti in diversi alimenti, in particolare nei pesci grassi (salmone, tonno, ecc.) e negli oli da questi derivati.

Nel 2018, a causa della mancanza di efficacia dimostrata nella prevenzione di un nuovo evento cardiaco dopo un infarto miocardico, l’EMA ha revocato l’indicazione della prevenzione cardiovascolare secondaria per i farmaci contenenti esteri etilici dell'acido eicosapentaenoico e dell'acido docosaesaenoico.

Quesi farmaci rimangono autorizzati nell’ipertrigliceridemia “quando la risposta alle diete e ad altre misure non farmacologiche da sole si sia dimostrata insufficiente” (scheda tecnica), alla dose di 1000-3000 mg al giorno.

I prodotti contenenti acidi grassi polinsaturi omega-3 sono venduti anche come integratori alimentari.

In prevenzione cardiovascolare primaria o secondaria, non è stato dimostrato che gli acidi grassi polinsaturi omega-3 forniscano alcun beneficio clinico, sebbene siano associati a problemi digestivi (nausea, vomito, diarrea), acne, eczema, aumento delle transaminasi epatiche e talvolta gravi emorragie.

Nel 2011 è stata pubblicata una metanalisi di 8 studi randomizzati che includevano almeno 1000 pazienti con un follow-up minimo di 1 anno, per un totale di oltre 83.000 pazienti.

Gli studi confrontavano l'integrazione con acidi grassi omega-3 con il placebo (tra cui olio di mais e olio minerale).

Tra i circa 41.000 pazienti nei gruppi in trattamento con acidi grassi omega-3, ha sviluppato una fibrillazione atriale il 4,0% rispetto al 3,3% dei pazienti nei gruppi placebo (RR 1,2).

Il rischio di fibrillazione o flutter con dosi superiori a 1 g al giorno è risultato superiore del 50% rispetto al placebo (RR 1,5). Con dosi pari o inferiori a 1 g, la differenza rispetto al placebo era minore, ma ancora statisticamente significativa (RR = 1,1).

Un'altra metanalisi pubblicata a fine 2021 ha incluso 7 studi clinici con un totale di 81.210 pazienti.

I risultati erano simili alla metanalisi precedente: il rischio di fibrillazione atriale era significativamente maggiore negli studi che utilizzavano alte dosi di omega-3 (>1 gr al giorno) rispetto al placebo e rispetto alle basse dosi (≤1 gr al giorno).

L'associazione è risultata dose-dipendente, con un rischio relativo di fibrillazione atriale superiore del 10-11% per ogni aumento di 1 gr della dose giornaliera.


Il Comitato di Farmacovigilanza dell'Agenzia Europea dei Medicinali (PRAC) ha valutato i dati di altre due meta-analisi pubblicate nel 2021 e nel 2022.

Nel 2023 il PRAC ha concluso che il rischio di fibrillazione atriale è dose-dipendente e più elevato con una dose di 4 g al giorno di omega-3.

A metà del 2024, schede tecniche e foglietti illustrativi sono stati modificati di conseguenza. Inoltre, il PRAC ha raccomandato a chi segue i pazienti di informarli di qualsiasi sintomo che possa far pensare a una fibrillazione atriale: sensazione di vertigini, astenia, palpitazioni, dispnea.

Le modifiche sono state convalidate a livello europeo e consistono in questa aggiunta:
  • Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi clinici randomizzati controllati hanno evidenziato un aumento del rischio di fibrillazione atriale dose-dipendente in pazienti con malattie cardiovascolari accertate o fattori di rischio cardiovascolare trattati con esteri etilici di acidi omega-3 rispetto al placebo. Il rischio osservato è più alto con una dose di 4 g/giorno […]. Se si sviluppa fibrillazione atriale, il trattamento deve essere interrotto definitivamente.
Questa formulazione non specifica che il rischio aumenta già con una dose di 1 g al giorno.

In pratica - Data la mancanza di efficacia dimostrata degli acidi grassi polinsaturi omega-3 nella prevenzione cardiovascolare, il parere della rivista Prescrire, ancora una volta, è che non è giustificato esporre i pazienti a questi effetti avversi.

Una dieta diversificata di tipo mediterraneo è più vantaggiosa per la salute dei pazienti con una storia di malattie cardiovascolari.

La modifica della scheda tecnica, validata dall'EMA, è fuorviante e non informa adeguatamente, poiché nasconde il fatto che il rischio di fibrillazione atriale aumenta a partire da una dose di 1 g al giorno.

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