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210 - Rischio emorragico e trombotico durante la terapia con inibitori del fattore Xa

Rischio emorragico e trombotico durante la terapia con inibitori del fattore Xa - Blog Prescrivere Tempo di lettura: 6 min
Gli xabani (apixaban [Eliquis°], edoxaban [Lixiana°], rivaroxaban [Xarelto°] e betrixaban [non ancora in commercio in Italia]) sono anticoagulanti orali diretti, inibitori del fattore Xa.

Attualmente non esiste un test utilizzabile di routine (come l'INR per il warfarin) per quantificare l'effetto anticoagulante che si manifesta in 2-4 ore. L'emivita di eliminazione plasmatica è dell'ordine di circa 12 ore. La durata relativamente breve dell'effetto è un vantaggio in caso di sovradosaggio o emorragia, mentre è svantaggiosa in caso di sottodosaggio o di mancata somministrazione.

La loro prescrizione implica la presa in carico di situazioni a maggior rischio emorragico o trombotico, e il monitoraggio dell'evoluzione delle condizioni del paziente: nuova malattia, introduzione o sospensione di altri farmaci, ecc.




Situazioni che aumentano il rischio emorragico

I fattori di rischio di emorragia maggiore durante la terapia con xabani sono:
  • Età avanzata
  • Pregresse emorragie digestive
  • Pressione diastolica > 90 mmHg
  • Politerapia (soprattutto associazione con aspirina o FANS)
  • Anemia
  • Insufficienza renale
Funzione renale - Con la riduzione della funzione renale è possibile un sovradosaggio, in quanto gli xabani sono eliminati immodificati per via renale per una proporzione variabile da un quarto a un terzo: la posologia va quindi aggiustata di conseguenza. Non esistendo la possibilità di quantificare l'effetto anticoagulante, l'aggiustamento posologico non è semplice.

In caso di insufficienza renale grave (ClCr 15-30 ml/min), la scheda tecnica europea raccomanda cautela o un aggiustamento posologico, a seconda del principio attivo. In caso di insufficienza renale moderata (ClCr 30-49 ml/min), le schede tecniche europee e statunitensi raccomandano o meno un aggiustamento posologico, a seconda della sostanza e della situazione clinica, mentre non prevedono aggiustamenti con una ClCr tra 50 e 80 mL/min.

L'uso degli xabani è sempre controindicato con una ClCr <15 ml/min.

Funzione epatica - Anche la riduzione della funzione epatica aumenta il rischio emorragico e riduce il metabolismo degli xabani con possibile sovradosaggio. Le schede tecniche europee controindicano l'utilizzo "in pazienti con malattia epatica associata a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente rilevante." Per il rivaroxaban la controindicazione comprende anche i cirrotici in classe Child-Pugh B e C.

Indice di massa corporea - In uno studio su oltre 1300 pazienti in terapia con xabani il rischio di emorragia maggiore aumentava di 4-5 volte con un indice <18,5 kg/m2 rispetto a un indice normale o superiore a 25.

Secondo gli autori dello studio va considerata la riduzione del dosaggio nei pazienti sottopeso. Le schede tecniche europee non consigliano aggiustamenti posologici tranne che per l'edoxaban (30 mg se peso ≤60 kg).

Interazioni farmacologiche - Le principali interazioni sono quelle che coinvolgono il CYP 3A4 o la glicoproteina P (antiaritmici, calcioantagonisti, macrolidi, antimicotici azolici), o con i farmaci che alterano la funzione renale (diuretici, FANS, ACE inibitori, sartani). Un effetto emorragico additivo si ha in associazione a FANS, antiaggreganti piastrinici, antidepressivi SSRI, eparine, alcune prostaglandine, alcune cefalosporine o penicilline ad alto dosaggio e acido valproico.


Situazioni che aumentano il rischio trombotico

Essendo l'emivita breve, dimenticare o ritardare l'assunzione comporta un rischio trombotico per riduzione dell'effetto anticoagulante. Se una dose viene saltata, normalmente si raccomanda di prendere la dose dimenticata il più presto possibile nello stesso giorno e di assumere la dose abituale il giorno successivo. La dose successiva non deve essere aumentata.

Interazioni farmacologiche - I farmaci induttori del CYP 3A4 o della glicoproteina P (rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o iperico) aumentano il metabolismo degli xabani diminuendone l'effetto, con conseguente rischio trombotico. Il rischio aumenta anche in associazione a farmaci che di per sé aumentano il rischio trombotico (terapie ormonali, antiandrogeni, ecc.).

Funzione renale - L'edoxaban ha un effetto ottimale con ClCr compresa tra 50 e 80 ml/min. In una popolazione con fibrillazione atriale non valvolare, il rischio di ischemia cerebrale raddoppiava nei soggetti con ClCr >95 ml/min.

In questa situazione la scheda tecnica statunitense controindica l'edoxaban, mentre quella europea non cita un cut-off preciso della ClCr e si limita ad avvertire che "nei pazienti con FANV ed elevata clearance della creatinina edoxaban deve essere usato solo dopo un'attenta valutazione del rischio tromboembolico ed emorragico individuale".

Sovrappeso e obesità - Le schede tecniche non raccomandano aggiustamenti posologici nei pazienti in sovrappeso o obesi. Tuttavia, per l'apixaban è noto che un peso superiore a 120 kg è stato associato a un'esposizione al farmaco inferiore del 30% rispetto a un peso compreso tra 65 kg e 85 kg.

Interazione con gli alimenti - Per il rivaroxaban non va dimenticata la sua particolare farmacocinetica che comporta una riduzione dell'assorbimento a stomaco vuoto per i dosaggi da 15 e 20 mg. Mentre le dosi da 2,5 e 10 mg possono essere assunte indifferentemente a stomaco pieno o vuoto, quelle superiori devono essere assunte a stomaco pieno, altrimenti si può avere una riduzione della biodisponibilità anche superiore al 30%, con aumento del rischio trombotico (→ La MHRA esorta a ricordare ai pazienti di assumere rivaroxaban 20 mg a stomaco pieno).

Gli altri xabani possono essere assunti con i pasti o a stomaco vuoto.



Apixaban, edoxaban, rivaroxaban: situations with a high risk of bleeding or thrombosis
Prescrire International 2020; 29 (219): 238-241.

Eliquis
EMA - Scheda tecnica europea

Xarelto
EMA - Scheda tecnica europea

Lixiana
EMA - Scheda tecnica europea

Increased risk of major bleeding in underweight patients with atrial fibrillation who were prescribed non-vitamin K antagonist oral anticoagulants
Heart Rhythm. 2017;14(4):501-507



                                                                                                 Gilberto Lacchia



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Pubblicato: 24/08/2020 Aggiornato: 07/10/2020


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