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208 - Esami diagnostici per l'orticaria

Tempo di lettura: 4 min

L'orticaria si presenta comunemente con pomfi pruriginosi e a volte con edema del tessuto sottocutaneo o interstiziale. Ha una prevalenza di circa il 20% nel corso della vita.

Quando le eruzioni recidivano per un periodo ≥ 3 mesi viene definita cronica, con una prevalenza di circa l'1-3% nella popolazione generale. Il rapporto donne:uomini è di circa 2:1 e la maggior frequenza è nel corso della 3a-5a decade di vita.

Anche se spesso autolimitantesi e benigna, può causare un notevole disagio e continuare per mesi o anni. Raramente è espressione di una reazione allergica pericolosa per la vita o di una malattia sistemica (tireopatie, malattie autoimmuni, infezioni croniche come quella da H. pylori, malattia celiaca, ancor più raramente neoplasie). I test di screening per patologie sottostanti non sono consigliati nel corso della prima valutazione, a meno di osservare caratteristiche cliniche particolari che indirizzino il sospetto.



La diagnosi è clinica. L'orticaria cronica è idiopatica nell'80-90% dei casi (orticaria cronica spontanea). In generale non esistono esami di laboratorio raccomandati, in assenza di segni o sintomi specifici che indichino una causa di fondo.

Anamnesi ed esame obiettivo sono fondamentali, focalizzandosi su segni e sintomi associati alle lesioni, durata di queste ultime ed eventuale presenza di angioedema. È importante escludere una reazione anafilattica.

In caso di orticaria cronica, o nelle forme acute se vi sono preoccupazioni del paziente o dei genitori, si può considerare un limitato pannello di esami non specifici con emocromo con formula, VES e/o PCR, enzimi epatici e TSH.

Solo se l'anamnesi e/o l'esame obiettivo suggeriscono una causa specifica o una malattia di base è opportuno effettuare un test mirato. Per esempio, una presentazione che suggerisca un'orticaria vasculitica (0.1% dei casi), con lesioni persistenti oltre le 24-48 ore, dovrebbe indurre a richiedere una biopsia cutanea, mentre se l'anamnesi suggerisce una causa scatenante allergica, i test allergici potrebbero essere utili dopo la risoluzione dei sintomi.

Se si sospetta un'allergia alimentare come causa scatenante, i pazienti andrebbero inviati allo specialista per un'ulteriore valutazione, prima di richiedere estesi esami sierologici sugli alimenti che possono portare a falsi positivi e confondere la valutazione e la gestione del paziente.

Quando l'anamnesi suggerisce un'orticaria fisica, il challenge test con stimoli fisici standardizzati può confermare la diagnosi.

Il trattamento iniziale comprende un anti-H1 di seconda generazione seguito da un progressivo aumento della dose fino a 4 volte quella convenzionale e/o l'aggiunta di un antiH2 o antileucotrienico se la terapia è inefficace. In caso di sintomi particolarmente intensi, si può aggiungere un ciclo breve di cortisonici (prednisone 0.5-1 mg/kg/d) non oltre i 10 giorni.

Se l'orticaria persiste, si consiglia l'invio allo specialista per prendere in considerazione terapie alternative, tra cui omalizumab o ciclosporina.




Approach to the Patient with Hives
Med Clin North Am. 2020;104(1):15-24

Acute and Chronic Urticaria: Evaluation and Treatment
Am Fam Physician. 2017;95(11):717-724

Chronic spontaneous urticaria: latest developments in aetiology, diagnosis and therapy
Ther Adv Chronic Dis. 2015;6(6):304-313

Utility of routine laboratory testing in management of chronic urticaria/angioedema
Ann Allergy Asthma Immunol. 2011;107(3):239-243



                                                                                                 Gilberto Lacchia



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Pubblicato: 10/08/2020 Aggiornato: 10/08//2020


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