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Lo scompenso cardiaco è una patologia frequente in medicina generale la cui prevalenza aumenterà con l'invecchiamento della popolazione (in Italia è circa del 6% negli ultrasessantacinquenni e supera il 10% dopo gli 85 anni).
Gli obiettivi della terapia nei pazienti con scompenso sono il miglioramento della qualità della vita, la prevenzione dei ricoveri ospedalieri e la riduzione della mortalità. I diuretici dell'ansa sono raccomandati dalle attuali linee guida per migliorare i sintomi di congestione e la capacità di esercizio fisico nei pazienti con scompenso in classe NYHA II-IV.
Furosemide, torasemide e bumetanide (non in commercio in Italia) sono diuretici dell'ansa con diversi profili farmacocinetici e farmacodinamici.
La biodisponibilità della furosemide è in media del 50%, con variazioni dal 10 al 100% (Gillman-Goodman), e può avere variazioni inter- e intraindividuali e modificarsi da un giorno all'altro; è influenzata dal cibo e l'assorbimento intestinale diminuisce nello scompenso cardiaco in misura maggiore rispetto alla torasemide. La furosemide ha un'emivita breve (2 ore nel normale e circa 3 nello scompenso) e ha un metabolismo renale del 100%.
La biodisponibilità della torasemide è più affidabile (~80%), l'assorbimento orale è meno influenzato dal cibo rispetto alla furosemide, l'effetto inizia più rapidamente rispetto alla furosemide e l'emivita è di 3-4 ore nel normale e circa 6 nello scompenso. Viene metabolizzata dal fegato per circa l'80%.
I diuretici dell'ansa sono gravati da un effetto rebound: quando finisce l'effetto natriuretico del farmaco il rene risponde con una ritenzione di sodio attenuando l'efficacia della terapia. La torasemide ha una durata d'azione lunga (18-24 ore) che ne permette la monosomministrazione senza un'importante effetto rebound.
Un effetto della torasemide, non osservato con la furosemide, è l'effetto antialdosteronico. Oltre ad avere un vantaggio diretto nella terapia dello scompenso cardiaco, questo effetto sarebbe responsabile anche della minor tendenza della torasemide a causare ipokaliemia.
I diuretici dell'ansa hanno una curva dose-risposta non lineare e il loro effetto è tutto-o-nulla: la dose deve superare una soglia per essere efficace e la somministrazione di dosi sotto-soglia è uno degli errori più comuni nell'uso di questi farmaci. Stabilire la soglia efficace in un determinato paziente non è facile, soprattutto in caso di insufficienza renale e/o scompenso cardiaco (→ post precedente).
Nonostante in tutto il mondo il farmaco più usato resti la furosemide, il miglior profilo farmacologico della torasemide potrebbe essere vantaggioso nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco.
Sull'American Journal of Cardiology di ottobre 2019 è stata pubblicata una metanalisi di studi di confronto tra furosemide e torasemide. Gli obiettivi principali della metanalisi riguardavano la mortalità per tutte le cause, la mortalità cardiaca, il ricovero per scompenso, il miglioramento della classe NYHA e gli effetti avversi.
Sono stati analizzati 9 studi randomizzati controllati e 10 studi osservazionali con oltre 19000 pazienti in totale (circa 4500 trattati con torasemide e oltre 14700 con furosemide) seguiti in media per 15 mesi.
I risultati principali della metanalisi sono stati: i pazienti trattati con torasemide avevano un miglioramento significativamente maggiore della classe funzionale e maggiore riduzione della mortalità cardiaca rispetto alla furosemide; l'uso della torasemide si associava a un minor numero di ricoveri rispetto alla furosemide; non vi erano differenze nella mortalità per tutte le cause, né differenze tra gli effetti collaterali.
Gli obiettivi della terapia nei pazienti con scompenso sono il miglioramento della qualità della vita, la prevenzione dei ricoveri ospedalieri e la riduzione della mortalità. I diuretici dell'ansa sono raccomandati dalle attuali linee guida per migliorare i sintomi di congestione e la capacità di esercizio fisico nei pazienti con scompenso in classe NYHA II-IV.
Furosemide, torasemide e bumetanide (non in commercio in Italia) sono diuretici dell'ansa con diversi profili farmacocinetici e farmacodinamici.
La biodisponibilità della furosemide è in media del 50%, con variazioni dal 10 al 100% (Gillman-Goodman), e può avere variazioni inter- e intraindividuali e modificarsi da un giorno all'altro; è influenzata dal cibo e l'assorbimento intestinale diminuisce nello scompenso cardiaco in misura maggiore rispetto alla torasemide. La furosemide ha un'emivita breve (2 ore nel normale e circa 3 nello scompenso) e ha un metabolismo renale del 100%.
La biodisponibilità della torasemide è più affidabile (~80%), l'assorbimento orale è meno influenzato dal cibo rispetto alla furosemide, l'effetto inizia più rapidamente rispetto alla furosemide e l'emivita è di 3-4 ore nel normale e circa 6 nello scompenso. Viene metabolizzata dal fegato per circa l'80%.
I diuretici dell'ansa sono gravati da un effetto rebound: quando finisce l'effetto natriuretico del farmaco il rene risponde con una ritenzione di sodio attenuando l'efficacia della terapia. La torasemide ha una durata d'azione lunga (18-24 ore) che ne permette la monosomministrazione senza un'importante effetto rebound.
Un effetto della torasemide, non osservato con la furosemide, è l'effetto antialdosteronico. Oltre ad avere un vantaggio diretto nella terapia dello scompenso cardiaco, questo effetto sarebbe responsabile anche della minor tendenza della torasemide a causare ipokaliemia.
I diuretici dell'ansa hanno una curva dose-risposta non lineare e il loro effetto è tutto-o-nulla: la dose deve superare una soglia per essere efficace e la somministrazione di dosi sotto-soglia è uno degli errori più comuni nell'uso di questi farmaci. Stabilire la soglia efficace in un determinato paziente non è facile, soprattutto in caso di insufficienza renale e/o scompenso cardiaco (→ post precedente).
Nonostante in tutto il mondo il farmaco più usato resti la furosemide, il miglior profilo farmacologico della torasemide potrebbe essere vantaggioso nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco.
Sull'American Journal of Cardiology di ottobre 2019 è stata pubblicata una metanalisi di studi di confronto tra furosemide e torasemide. Gli obiettivi principali della metanalisi riguardavano la mortalità per tutte le cause, la mortalità cardiaca, il ricovero per scompenso, il miglioramento della classe NYHA e gli effetti avversi.
Sono stati analizzati 9 studi randomizzati controllati e 10 studi osservazionali con oltre 19000 pazienti in totale (circa 4500 trattati con torasemide e oltre 14700 con furosemide) seguiti in media per 15 mesi.
I risultati principali della metanalisi sono stati: i pazienti trattati con torasemide avevano un miglioramento significativamente maggiore della classe funzionale e maggiore riduzione della mortalità cardiaca rispetto alla furosemide; l'uso della torasemide si associava a un minor numero di ricoveri rispetto alla furosemide; non vi erano differenze nella mortalità per tutte le cause, né differenze tra gli effetti collaterali.
La superiorità della torasemide rispetto alla furosemide nel migliorare la classe funzionale e nel ridurre i ricoveri ospedalieri è probabilmente secondaria alla migliore biodisponibilità, alla più lunga emivita e alla maggior potenza, che alla fine comporta una natriuresi più stabile.
Meta-Analysis Comparing Torsemide Versus Furosemide in Patients With Heart Failure
Am J Cardiol. 2019;S0002-9149(19)31108-7
Should torsemide be the loop diuretic of choice in systolic heart failure?
Future Cardiol. 2012;8(5):707–728
Clinical Pharmacology in Diuretic Use
Clin J Am Soc Nephrol. 2019;14(8):1248–1257
Meta-Analysis Comparing Torsemide Versus Furosemide in Patients With Heart Failure
Am J Cardiol. 2019;S0002-9149(19)31108-7
Should torsemide be the loop diuretic of choice in systolic heart failure?
Future Cardiol. 2012;8(5):707–728
Clinical Pharmacology in Diuretic Use
Clin J Am Soc Nephrol. 2019;14(8):1248–1257
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