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152 - Antidepressivi e rischio cardiovascolare

Tempo di lettura: 3 min
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono farmaci antidepressivi introdotti alla fine degli anni '80 e in assoluto i più prescritti attualmente.

La loro sicurezza cardiovascolare rispetto ai triciclici è stato uno dei motivi che ne ha fatto aumentare la prescrizione. Probabilmente, in termini assoluti, i triciclici restano gli antidepressivi con i maggiori effetti avversi cardiovascolari, ma negli ultimi anni sono sempre di più le osservazioni di problemi cardiovascolari anche durante la terapia con SSRI.

Effetti proaritmogeni - Gli SSRI possono prolungare l'intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca. In una meta-analisi di 10 studi (2599 pazienti) che hanno confrontato gli SSRI con placebo, gli SSRI erano associati a un aumento dell'intervallo QTc di 6 millisecondi e il prolungamento era dose dipendente. Il citalopram era il farmaco associato al maggior allungamento del QTc.

Per questo motivo viene raccomandato di non prescrivere citalopram a dosi superiori a 40 mg al giorno e a dosi non superiori a 20 mg al giorno nei pazienti a rischio di aumento della concentrazione sierica di citalopram (p. es. >60 anni). Il citalopram, inoltre, dovrebbe essere evitato nei soggetti con sindrome congenita del QT lungo, misurazioni persistenti del QTc >500 ms, bradicardia, ipokaliemia, ipomagnesemia, infarto miocardico recente, insufficienza cardiaca non compensata, così come nei pazienti che assumono altri farmaci che possono allungare l'intervallo QT.

Anche altri SSRI sono stati associati al prolungamento del QT, ma sembra improbabile che possano causare gravi aritmie se utilizzati alle dosi raccomandate e in pazienti senza altri fattori di rischio.

Ipertensione arteriosa - Un'analisi di due database di farmacovigilanza, quello dell'OMS (VigiBase®) e quello francese, ha ribadito un dato già noto in precedenza ma controverso, cioè la possibilità che gli SSRI inducano un aumento della pressione arteriosa in pazienti prima normotesi.

Su Vigibase®, i ricercatori hanno identificato più di 14.000 segnalazioni di ipertensione associate a sertralina (26%), fluoxetina (21%), paroxetina (18%), citalopram (17%) ed escitalopram (15%). L'aumento del rischio di ipertensione risultava statisticamente significativo e compreso tra 1,16 e 1,92. Nel database francese erano presenti 24 segnalazioni di casi di ipertensione durante l'utilizzo di SSRI a dosi standard.

Il rischio di ipertensione era già stato segnalato da alcuni anni anche per le donne in gravidanza che assumono SSRI: una recente metanalisi ha evidenziato un maggior rischio di ipertensione gravidica e pre-eclampsia nelle donne in trattamento con un antidepressivo in monoterapia durante la gestazione. La terapia con SSRI in gravidanza, inoltre, aumenta anche il rischio di ipertensione polmonare nel neonato.

Selective serotonin reuptake inhibitors: Pharmacology, administration, and side effects
UpToDate® - This topic last updated: Jan 31, 2018

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e ipertensione
Farmacovigilanza.eu

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