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84 - Inibitori SGLT2: cautela per il rischio di amputazioni e chetoacidosi diabetica

Tempo di lettura: 2 min

In alcuni studi randomizzati, nei diabetici con rischio cardiovascolare elevato trattati con canagliflozin (Invokana°) si sono osservati meno eventi avversi cardiovascolari ma un aumento del rischio di amputazione agli arti inferiori rispetto ai pazienti tratti con placebo (studio già citato in un post precedente). È stato condotto un nuovo studio di coorte utilizzando i dati dei registri nazionali danesi e svedesi per esaminare le associazioni tra gli inibitori SGLT2 e alcuni effetti avversi.

Oltre 17.000 pazienti (età media 61 anni) con diabete di tipo 2 e una nuova prescrizione di inibitori SGLT2 (61% dapagliflozin [Forxiga°], 38% empagliflozin [Jardiance°] e 1% canagliflozin) sono stati confrontati con un numero equivalente di nuovi utilizzatori degli agonisti dei recettori del peptide-1 (GLP-1), che non hanno associazioni note con i risultati analizzati. 

Gli inibitori SGLT2 sono stati associati a rischi significativamente più elevati di amputazione degli arti inferiori (2.3 x 1000 pazienti/anno rispetto a 1.1 x 1000 pazienti/anno) e chetoacidosi diabetica (1.3 x 1000 pazienti/anno rispetto a 0.6 x 1000 pazienti/anno) ma non di fratture ossee, danno renale acuto, infezioni urinarie gravi, tromboembolia venosa o pancreatite acuta (Tabella 2 dell'articolo citato).

Gli autori ipotizzano che la deplezione di volume indotta dagli inibitori SGLT2 potrebbe essere il meccanismo attraverso cui aumenta il rischio di amputazione e chetoacidosi diabetica e suggeriscono di evitare la prescrizione di questi farmaci nei pazienti che sono inclini alla deplezione di volume e a quelli con vasculopatia periferica nota degli arti inferiori.

Sodium glucose cotransporter 2 inhibitors and risk of serious adverse events: nationwide register based cohort study
BMJ 2018 Nov 14; 363:k4365


Gilberto Lacchia
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Pubblicato: 28/02/2019 Aggiornato: 28/02/2019

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