Passa ai contenuti principali

51 - La doppia antiaggregazione dopo uno stent coronarico medicato

La doppia terapia antiaggregante (DAPT) dopo l'impianto di uno stent medicato (DES) riduce gli eventi ischemici ma è associata a un aumento del rischio di emorragia, e non vi è certezza sulla durata ottimale di questa terapia. In alcuni studi, una DAPT più prolungata è stata associata a un aumento della mortalità per eventi non cardiaci ed emorragie.

In un recente metanalisi, i ricercatori hanno esaminato le associazioni tra la durata della DAPT, le emorragie e la mortalità dopo l'impianto di uno stent medicato in 12 studi randomizzati nei quali erano confrontati periodi brevi e prolungati di DAPT (in totale più di 34.000 pazienti). In questi studi, la durata della DAPT breve variava da 3 a 12 mesi e quella della DAPT prolungata da 12 a 48 mesi. La mortalità veniva considerata collegata al sanguinamento se la morte si verificava entro 1 anno da un episodio emorragico.

A 16 mesi di follow-up, la DAPT breve si associava a minori frequenze di emorragie e morti correlate alle emorragie, ma a percentuali più elevate di infarto miocardico. Non c'era differenza statistica tra DAPT più breve e più lunga nella mortalità non correlata a emorragie.

Gli autori hanno concluso che la maggiore mortalità osservata con DAPT prolungata è dovuta a un aumento dei decessi dovuti al sanguinamento. I meccanismi potrebbero includere decessi direttamente correlati al sanguinamento, un abbassamento della soglia per l'ischemia o effetti deleteri delle trasfusioni. In alternativa, come notato dagli editorialisti, il sanguinamento potrebbe essere un indicatore di altri fattori non misurati, come la fragilità, o potrebbe portare a una sospensione prematura della DAPT che pone il paziente a rischio di eventi ischemici.

Per ora, sembra ragionevole un approccio individualizzato valutando i rischi concomitanti di emorragia e quelli di ischemia e facendo partecipare i pazienti a queste decisioni e trovando un compromesso tra la riduzione del rischio di tromboembolia e l'aumento del rischio di emorragia.

Dopo una angioplastica con impianto di stent medicati, il rischio di infarto miocardico e quello di trombosi dello stent giustifica certamente il proseguimento del trattamento antiaggregante, associando l'aspirina con un antagonista del recettore piastrinico P2Y12, come il clopidogrel, per almeno 3 mesi dopo angina stabile e per almeno 6 mesi dopo sindrome coronarica acuta.

Tra queste durate e un anno, l'estensione della doppia antiaggregazione dipende dal rischio di sanguinamento del paziente. Prolungando la terapia oltre 1 anno probabilmente si espongono i pazienti a un aumento della mortalità, in particolare per emorragia.

Bleeding-related deaths in relation to the duration of dual-antiplatelet therapy after coronary stenting.
J Am Coll Cardiol 2017 Apr 25; 69:2011

Doppio antiaggregante: tra rischi e benefici
Farmacovigilanza.eu - 10 aprile 2019
Gilberto Lacchia


Pubblicato: 17/09/2018 Aggiornato: 14/04/2019 

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se...

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere div...

441 - Colchicina: attenti alle interazioni!

- [Tempo di lettura: 8 min] La colchicina è un farmaco utilizzato da millenni. Oggi è considerata una terapia di seconda scelta data la ristretta finestra terapeutica e i numerosi effetti collaterali. Le dosi terapeutiche sono vicine a quelle tossiche. Attenzione particolare va posta alle possibili (e numerose) interazioni farmacologiche, soprattutto in pazienti anziani e politrattati. La colchicina è una delle terapie più antiche per l’attacco gottoso acuto. Estratta dal Colchicum autumnale , è descritta per il trattamento di reumatismi e gonfiori articolari nel Papiro Ebers (circa 1500 a.C.), un testo medico egiziano. La colchicina ha effetti antimitotici: blocca la divisione cellulare in fase G interferendo con la formazione dei microtubuli e dei fusi mitotici. È un effetto analogo a quello degli alcaloidi della vinca, ed è maggiore nelle cellule a rapido turnover, come neutrofili ed epitelio gastroenterico. La depolimerizzazione dei microtubuli da parte della colchicina r...