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Visualizzazione dei post da 2025

601 - Sarcopenia: cosa davvero (non) funziona

I risultati dello studio DO-HEALTH suggeriscono che integrazioni giornaliere di vitamina D o omega-3 e semplici programmi di esercizi non siano efficaci per prevenire la perdita muscolare o la sarcopenia in anziani sani e attivi. [Lettura 2 min] 🧠 Sintesi Con l'invecchiamento della popolazione, prevenire la sarcopenia è una priorità di salute pubblica . Trovare interventi efficaci può migliorare la qualità di vita di milioni di anziani. Il trial DO-HEALTH su 2157 anziani attivi ha dimostrato che né vitamina D, né omega-3, né un semplice programma di esercizi domestici migliorano massa muscolare o riducono l'incidenza della sarcopenia dopo 3 anni . 🎯Obiettivo dello studio Valutare l'effetto di singoli interventi e delle loro combinazioni su parametri muscolari in adulti anziani sani. Interventi Integrazione di vitamina D (2000 UI/d), Integrazione di omega-3 (1 g/d), Programma di esercizi domestici di forza (tre volte/settimana) Parametri valutati Variazione dell'indic...

600 - Effetto delle statine su fibrosi epatica ed epatocarcinoma

Le statine sono state associate a una riduzione significativa del rischio di carcinoma epatocellulare e insufficienza epatica nei pazienti con malattia epatica cronica. [Lettura 3 min] ❗ PERCHÉ È IMPORTANTE La fibrosi epatica progressiva è un fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC). Le statine sembrano interrompere questo processo attraverso effetti antinfiammatori e antifibrotici, offrendo una potenziale strategia preventiva. Un precedente studio osservazionale pubblicato nel 2019 aveva suggerito che i pazienti con epatite virale cronica che assumono statine lipofile abbiano un minor rischio di HCC. 🔍 Lo studio in sintesi Ampio studio di coorte che ha analizzato 16.501 pazienti con malattia epatica cronica, confrontando 3.610 utilizzatori di statine con 12.891 non utilizzatori. Dai dati tra 2000 e 2023, sono stati inclusi pazienti di età ≥40 anni con malattia epatica cronica e punteggio FIB-4 basale ≥1,3 . Incidenza di HCC a 10 anni : 3,8% negl...

599 - Leucocitosi: farmacologica o infettiva?

Distinguere l’effetto dei corticosteroidi da una leucocitosi infettiva può evitare diagnosi errate e antibiotici inutili. Uno studio originale offre dati pratici per migliorare le decisioni cliniche. [Lettura 3 min] È noto che i corticosteroidi (CS) causano leucocitosi. Spesso, di fronte a una leucocitosi dobbiamo decidere se questa indica un’infezione o semplicemente riflette l’effetto farmacologico dei CS. Sapere come i corticosteroidi influenzano la conta dei globuli bianchi senza confonderli con infezioni può evitare diagnosi sbagliate e trattamenti inutili. Capire l’aumento “normale” dei globuli bianchi da CS potrebbe aiutare a distinguere tra effetti farmacologici e segnali di un’infezione reale. Gli studi finora sono limitati: pochi pazienti, casi specifici (BPCO, infezioni acute), e mai su dosi multiple. Una ricerca pubblicata sul Journal of Hospital Medicine ha analizzato in modo sistematico l’entità dell’incremento dei leucociti in relazione alla posologia dei CS in pazienti...

598 - Litio e rene: fermare il declino funzionale

Un recente studio svedese ha contraddetto il concetto di irreversibilità del danno renale da litio, riaccendendo il dibattito su sicurezza e gestione di questo farmaco per i disturbi bipolari. [Lettura 6 min] Punti Chiave Il litio è efficace nei disturbi bipolari ma può causare danno renale cronico. Il rischio di danno renale aumenta con livelli ematici di litio superiori a 0,6 mmol/L. La sospensione del litio può rallentare o migliorare la funzione renale. Fattori di rischio: età, eGFR basso, diabete, storia di danno renale acuto. È necessario valutare il rischio-beneficio Il litio è l’unico farmaco che ha dimostrato di ridurre il rischio suicidario e la mortalità per tutte le cause nei pazienti con disturbi dell’umore. Ancora oggi questo farmaco è fondamentale nella terapia di mantenimento dei disturbi bipolari e nella gestione degli episodi acuti di alterazione dell’...

597 - Uso degli antibiotici in Italia nel 2023

Continua l'aumento delle prescrizioni. Nonostante tutto. Forti differenze geografiche, tante molecole ad ampio spettro, anziani e bambini in prima fila. [Lettura 6 min] Nel 2023 il consumo complessivo di antibiotici in Italia, sia pubblico che privato, è stato di 22,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (DDD/1000 ab die), un aumento del 5,4% rispetto al 2022. Il 76% delle dosi (17,1 DDD/1000 ab die) è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale, con un aumento del 6,2% rispetto al 2022. Il 90% del consumo SSN (15,3 DDD/1000 ab die) deriva dalle prescrizioni di medici di medicina generale e pediatri in regime di assistenza convenzionata. L’acquisto privato di antibiotici rimborsabili dal SSN è aumentato a 5,3 DDD/1000 ab die. Si conferma il gradiente Nord-Sud, con consumi e spesa maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nel 2023 il 54,4% degli antibiotici a carico del SSN appartiene al gruppo Access della classificazione AWaRe . L’obiettivo di superare il 60% e avvicinarsi ...

596 - Antidepressivi e dipendenze: quando la scienza contraddice la pratica clinica

È comune la prescrizione di antidepressivi nei pazienti con disturbo da uso di sostanze e abuso di alcol. L’obiettivo è quello di attenuare i sintomi psicologici come ansia, insonnia e depressione. Le attuali evidenze scientifiche, tuttavia, mettono in dubbio la validità di questa pratica, suggerendo che queste terapie possano essere inefficaci o addirittura controproducenti. [Lettura 11 min] L’industria farmaceutica e pratiche cliniche consolidate hanno contribuito a diffondere false convinzioni, che la scienza più recente sta iniziando a mettere in discussione. In altri campi, in cardiologia, per esempio, se una metanalisi dimostrasse che un farmaco è inefficace, ci sarebbero iniziative per ridurre il suo utilizzo. Nell'ambito della salute mentale e delle dipendenze, invece, questo processo di deprescrizione non si è ancora verificato, anche se non mancano gli studi sfavorevoli all'uso degli antidepressivi nei pazienti con dipendenze. Evan Wood, professore di medicina alla Un...

595 - Insufficienza surrenalica da oppioidi: un effetto sottovalutato in terapia cronica

È un effetto avverso ben descritto in letteratura, clinicamente rilevante ma poco diagnosticato. L’insufficienza surrenalica indotta da oppioidi può compromettere per anni la qualità di vita dei pazienti in terapia cronica. [Lettura 7 min] Gli oppioidi sono ampiamente utilizzati per la gestione del dolore cronico, con un profilo di sicurezza accettabile se utilizzati in modo appropriato. Sono ben conosciuti diversi effetti avversi, come dipendenza, sedazione, depressione respiratoria, stipsi e nausea. Tra quelli meno noti ma clinicamente significativi è descritta l’insufficienza surrenalica indotta dagli oppioidi (ISIO), spesso sotto-diagnosticata nonostante la sua documentazione in letteratura e la segnalazione in scheda tecnica. Per esempio, nella documentazione della morfina solfato (MS Contin°), è presente un paragrafo dedicato all’insufficienza surrenalica: “Gli analgesici oppioidi possono causare insufficienza surrenalica reversibile che richiede monitoraggio e terapia sostitutiv...

594 - Abuso di gabapentinoidi

Dal dolore neuropatico all'abuso ricreativo. Un fenomeno in rapida espansione che richiede attenzione, monitoraggio e strategie preventive. [Lettura 6 min] Gabapentin e pregabalin, nati come antiepilettici e farmaci contro il dolore neuropatico, hanno progressivamente trovato spazio in indicazioni off-label e, più recentemente, nell’uso ricreativo. La loro crescente diffusione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sul potenziale di abuso, soprattutto in pazienti con una storia di dipendenza da sostanze. Entrambi i farmaci hanno un potenziale di dipendenza inferiore rispetto alle sostanze d’abuso tradizionali, come oppioidi e benzodiazepine. Tuttavia, pregabalin si distingue per un rischio maggiore rispetto a gabapentin, con maggiore frequenza di auto-somministrazione, sintomi di astinenza e fenomeni di dipendenza comportamentale. Il pregabalin induce un’alterazione dei livelli di dopamina nel sistema nervoso centrale, generando un effetto di ricompensa analogo a quello di mo...