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603 - Nitrofurantoina: rischio di epatopatie anche per terapie brevi

La nitrofurantoina, antibiotico di prima scelta per le infezioni urinarie, può causare gravi reazioni epatiche già dopo pochi giorni di terapia, non solo nei trattamenti prolungati. Medici e pazienti devono riconoscere tempestivamente i segnali di sofferenza epatica e sospendere subito il farmaco. 🕐 Lettura 2 min

📊 Fatti

  • Portata del problema (dati 2025) — Il bollettino neozelandese Prescriber Update conferma casi di epatite, ittero colestatico, epatite autoimmune e necrosi epatica anche dopo terapie brevi (≤ 7 giorni). Finora il rischio era attribuito quasi esclusivamente alla profilassi cronica.
  • Meccanismo di danno epatico — Le reazioni avverse epatiche derivano da un’ipersensibilità idiosincrasica:
    • nel breve termine domina l’ittero colestatico; 
    • dopo le 6 settimane prevale l’epatite cronica attiva, potenzialmente evolutiva verso la necrosi. 
    • Il quadro può imitare un’epatite autoimmune, con autoanticorpi positivi e risposta agli steroidi. 
    • Mortalità documentata in letteratura: 1–2 % dei casi gravi.
  • Controindicazioni e cautele — La nitrofurantoina è controindicata nei pazienti che hanno già sviluppato epatotossicità da questo farmaco. Va usata con prudenza nelle epatopatie note (cirrosi, steatosi grave, infezioni virali croniche) e nelle persone con colestasi intraepatica in atto. 
    • È consigliabile un controllo di ALT, AST, bilirubina e fosfatasi alcalina a 7 giorni dall’avvio e poi ogni 2–4 settimane per le terapie > 14 giorni.
  • Segnali di allarme per i pazienti — Insegnare a riconoscere l'ittero cutaneo o delle sclere, urine scure, feci chiare, prurito diffuso, dolore in ipocondrio destro, artralgie e gonfiore articolare.
    • Qualunque sintomo deve far interrompere immediatamente il trattamento e richiedere funzionalità epatica d’urgenza: un incremento di ALT > 3x ULN o bilirubina totale > 2x ULN impone la sospensione definitiva.
  • Implicazioni pratiche per la prescrizione — Nella scheda tecnica gli effetti avversi epatici sono segnalati, ma non c'è menzione del fatto che possono comparire anche a breve termine.
    • Nei pazienti a rischio vanno valutate alternative (fosfomicina, trimetoprim, pivmecillinam)
    • In caso di profilassi ripetuta è prudente limitare la durata a < 6 mesi e rivalutare il quadro clinico-biochimico ogni 3 mesi.

❗ Perché è importante

  • La nitrofurantoina è un antibiotico molto usato nelle infezioni urinarie e il numero di pazienti esposti, soprattutto donne (80%) è considerevole.
  • Un effetto avverso epatico grave può evolvere in insufficienza epatica acuta in poche settimane, con necessità di trapianto o esito fatale.


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