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597 - Uso degli antibiotici in Italia nel 2023

Continua l'aumento delle prescrizioni. Nonostante tutto. Forti differenze geografiche, tante molecole ad ampio spettro, anziani e bambini in prima fila. [Lettura 6 min]

Nel 2023 il consumo complessivo di antibiotici in Italia, sia pubblico che privato, è stato di 22,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (DDD/1000 ab die), un aumento del 5,4% rispetto al 2022.

  • Il 76% delle dosi (17,1 DDD/1000 ab die) è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale, con un aumento del 6,2% rispetto al 2022.
  • Il 90% del consumo SSN (15,3 DDD/1000 ab die) deriva dalle prescrizioni di medici di medicina generale e pediatri in regime di assistenza convenzionata.
  • L’acquisto privato di antibiotici rimborsabili dal SSN è aumentato a 5,3 DDD/1000 ab die.
  • Si conferma il gradiente Nord-Sud, con consumi e spesa maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro.
  • Nel 2023 il 54,4% degli antibiotici a carico del SSN appartiene al gruppo Access della classificazione AWaRe.
L’obiettivo di superare il 60% e avvicinarsi al target UE del 65% entro il 2030 resta lontano.

Per quanto riguarda le prescrizioni dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nel 2023:
  • 15,3 DDD/1000 ab die, +6,3% rispetto al 2022.
  • Quasi 4 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici.
  • Nei bambini (0-4 anni), il 49,4% dei maschi e il 46,6% delle femmine hanno ricevuto almeno una prescrizione.
  • Tra gli anziani (>85 anni), al 59,6% degli uomini e al 55,4% delle donne sono stati prescritti antibiotici.
  • La durata media del trattamento per ogni utilizzatore è stata di 15 giorni, come nel 2022.
I principi attivi più prescritti sono i beta-lattamici:
  • Le penicilline con inibitori delle beta-lattamasi rappresentano il 40% dei consumi totali (+11% rispetto al 2022), seguite da macrolidi, cefalosporine di III generazione e fluorochinoloni.
  • L’associazione amoxicillina/acido clavulanico rimane il principio attivo più utilizzato.
L’analisi sull’uso di fluorochinoloni negli anziani over 75 indica una prevalenza del 14,1% (lieve riduzione rispetto al 14,6% del 2022), con un picco del 21,4% nelle regioni meridionali.

Ci sono stati miglioramenti rispetto agli anni precedenti, ma sono percentuali ancora elevate, considerando le continue note di sicurezza emesse dalle agenzie regolatorie e il rischio aumentato di eventi avversi in queste popolazioni.

Indicatori di appropriatezza prescrittiva

Nel 2023 si osserva un leggero aumento della quota di antibiotici Access (54,4%), ma ancora inferiore al target OMS.
  • La percentuale di fluorochinoloni sul totale degli antibiotici è scesa dal 10,5% (2022) al 9,7% (2023), pur restando sopra la media UE del 6,9%.
  • L’indice di consumo di antibiotici ad ampio spettro è di 13,6, ben al di sopra della media UE di 5,5.

Antibiotici per uso non sistemico

Il consumo di antibiotici per uso non sistemico è un aspetto spesso trascurato.

Nel 2023 questa via di somministrazione è aumentata del 4,3%, raggiungendo 28,0 DDD/1000 ab die.
Il 54% di questi consumi è riferibile all’uso dermatologico (15,0 DDD/1000 abitanti die), mentre gli antibiotici oftalmologici e otologici rappresentano circa un terzo del consumo.

Va monitorata anche la rifaximina, uno degli antibiotici per uso non sistemico più prescritti. Nonostante le scarse dimostrazioni di efficacia nella prevenzione delle diverticoliti, ha un impatto potenziale non trascurabile sulla diffusione delle resistenze.

Prescrizione per fasce d’età

Gli anziani restano la popolazione con maggior consumo di antibiotici:
  • Nel 2023, il 48% degli over 65 ha ricevuto almeno una prescrizione (+1,5% rispetto al 2022).
  • Il consumo aumenta con l’età: 19,7 DDD/1000 ab die tra i 65-69 anni fino a 28,7 DDD negli ultra-novantenni.
  • Tra gli over 85, al 59,6% degli uomini e al 55,4% delle donne sono stati prescritti antibiotici.
  • Anche negli anziani, le classi più prescritte sono i beta-lattamici, con aumenti di utilizzo in tutte le categorie.
  • Il rapporto tra consumi di antibiotici ad ampio spettro e a spettro ristretto resta critico.

Confronto con gli stati europei

Secondo il rapporto dell'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) 2023:
  • L’Italia è al settimo posto per consumo territoriale di antibiotici (21,2 DDD/1000 ab die), superiore alla media UE di 18,3.
  • In ambito ospedaliero, l’Italia è sesta per consumo (1,90 DDD/1000 ab die), contro una media UE di 1,61.
  • Il paese con il consumo più basso resta l’Olanda, mentre la Grecia continua a essere il paese con i consumi più alti.
  • L’Italia è tra i paesi con minore utilizzo di antibiotici Access (52% in ambito territoriale, media UE 63%; 38,1% in ospedale, media UE 46%).
  • L’Italia mantiene un elevato consumo di antibiotici Watch e Reserve.


Per concludere

Nonostante le numerose iniziative formative, le campagne di sensibilizzazione e gli obiettivi del Piano Nazionali di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza, continua la prescrizione “allegra” in stile mediterraneo dell’antibiotico panacea di tutti i mali.

Il caso dell’Olanda, dove la popolazione mantiene adeguati standard di salute con un consumo di antibiotici inferiore alla metà del nostro, dovrebbe far sorgere qualche domanda.

La preferenza per molecole ad ampio spettro (rapporto spettro ampio/ristretto di 13,6 contro una media UE di 5,5), la bassa percentuale di utilizzo di antibiotici del gruppo Access e le importanti differenze geografiche Nord-Sud riflettono modelli prescrittivi profondamente radicati che resistono al cambiamento.

Anche l’elevato consumo di antibiotici in popolazioni vulnerabili come bambini e anziani non può essere giustificato unicamente da differenze epidemiologiche.

A livello teorico siamo impregnati di buoni propositi, come nella lotta al cambiamento climatico.

Ogni giorno qualcuno ci ricorda che siamo tutti nella stessa barca e che lo sforzo per evitare di raggiungere livelli di riscaldamento planetario incompatibili con la vita va a vantaggio di ogni essere umano.

Quasi ogni giorno leggiamo previsioni terroristiche sull’aumento delle infezioni resistenti, che nel 2050 potrebbero diventare la seconda causa di morte.

Ma poi, da un lato, una banda di psicopatici d’oltreoceano inverte del tutto la rotta delle politiche climatiche per tornaconto personale e, dall’altro, nel solo 2023 nel mondo si consumano 1248,5 tonnellate di antibiotici: 597,3 in ambito umano e 651,2 in ambito veterinario.

Ogni prescrizione è un atto di responsabilità planetaria: la nostra “penna” è la farfalla che, sbattendo le ali oggi nel nostro ambulatorio, potrebbe scatenare domani (non dopodomani) la tempesta dell’antibiotico-resistenza nei letti dei nostri ospedali.

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