Uno studio su donne in gravidanza ha confermato l'aumento del rischio di ipertensione gestazionale in quelle esposte ad antidepressivi SNRI. Sia gli SSRI, sia gli SNRI comportano un maggior rischio di ipertensione ed eclampsia. [Lettura 3 min]
È noto che alcuni antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI), come la venlafaxina, possono causare ipertensione arteriosa gestazionale, pre-eclampsia ed eclampsia dopo la 20a settimana.
Un gruppo di farmacologi francesi, per valutare se altri antidepressivi aumentano questo rischio, ha analizzato i dati del database Efemeris (Evaluation chez la Femme Enceinte des MEdicaments et de leurs RISques) creato per studiare i rischi dell’assunzione di farmaci nelle donne in gravidanza in una regione della Francia.
Gli autori hanno identificato 20 casi di ipertensione gestazionale su 210 donne (9,5%) esposte, tra il 2004 e il 2019 almeno durante il primo trimestre di gravidanza, a un antidepressivo SNRI, come duloxetina, milnacipran (non in commercio in Italia) e venlafaxina.
Altri 72 casi sono stati osservati su 1.316 donne (5,5%) esposte, almeno durante il primo trimestre di gravidanza, a un antidepressivo inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI): escitalopram, paroxetina, fluoxetina, citalopram, sertralina o fluvoxamina.
Nelle oltre 140.000 donne non esposte, la frequenza è risultata del 4.4%.
Dopo l’aggiustamento per i fattori confondenti, come età materna, numero di gravidanze, diabete ed esposizione a farmaci che causano ipertensione arteriosa (FANS, triptani, decongestionanti), il rischio relativo stimato dall’odds ratio (OR) delle donne esposte a SNRI è risultato quasi doppio (1,9) rispetto a quelle non esposte, così come per quelle esposte a un SSRI (2,3).
Anche dopo aver escluso 49 donne che avevano partorito prematuramente e quelle esposte ai farmaci ipotensivi nifedipina o nicardipina dopo 20 settimane di gestazione, i risultati sono risultati analoghi.
Un'altra analisi ha preso in considerazione le donne esposte a un antidepressivo solo durante il primo trimestre di gravidanza. Secondo questi dati, il rischio di ipertensione gestazionale era 3 volte maggiore con un antidepressivo SNRI rispetto a un antidepressivo SSRI (differenza statisticamente significativa).
È noto che gli antidepressivi SNRI possono causare ipertensione arteriosa a causa della loro attività noradrenergica.
Già nel 2012, il Centro di Farmacovigilanza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di Uppsala aveva pubblicato un'analisi di 31 segnalazioni, estratte dal suo database Vigibase, di disturbi ipertensivi durante la gravidanza attribuiti alla venlafaxina.
Gli aumenti della pressione arteriosa sono un effetto avverso ben noto della venlafaxina, indicato come “Comune” in scheda tecnica.
In pratica - Nelle forme di depressione da lievi a moderate, i trattamenti non farmacologici, come la psicoterapia o l'attività fisica regolare e moderata, hanno un rapporto rischio/beneficio più favorevole rispetto agli antidepressivi.
È quindi opportuno dare priorità ai trattamenti non farmacologici per ridurre i sintomi, soprattutto nelle donne in gravidanza.
Rispetto agli SSRI, gli antidepressivi SNRI non hanno dimostrato una superiorità clinica, ma sono più soggetti a effetti avversi, soprattutto cardiovascolari.
Nelle donne in gravidanza, diversi studi hanno costantemente dimostrato che la venlafaxina assunta durante il primo trimestre di gravidanza comporta un rischio di malformazioni nel nascituro, in particolare cardiache.
Inoltre, come altri farmaci serotoninergici, la venlafaxina può causare emorragie durante il parto ed emorragie neonatali.
Risk of Hypertensive Disorders of Pregnancy in Women Treated With Serotonin-Norepinephrine Reuptake Inhibitors: A Comparative Study Using the EFEMERIS Database.
È noto che alcuni antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI), come la venlafaxina, possono causare ipertensione arteriosa gestazionale, pre-eclampsia ed eclampsia dopo la 20a settimana.
Un gruppo di farmacologi francesi, per valutare se altri antidepressivi aumentano questo rischio, ha analizzato i dati del database Efemeris (Evaluation chez la Femme Enceinte des MEdicaments et de leurs RISques) creato per studiare i rischi dell’assunzione di farmaci nelle donne in gravidanza in una regione della Francia.
Gli autori hanno identificato 20 casi di ipertensione gestazionale su 210 donne (9,5%) esposte, tra il 2004 e il 2019 almeno durante il primo trimestre di gravidanza, a un antidepressivo SNRI, come duloxetina, milnacipran (non in commercio in Italia) e venlafaxina.
Altri 72 casi sono stati osservati su 1.316 donne (5,5%) esposte, almeno durante il primo trimestre di gravidanza, a un antidepressivo inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI): escitalopram, paroxetina, fluoxetina, citalopram, sertralina o fluvoxamina.
Nelle oltre 140.000 donne non esposte, la frequenza è risultata del 4.4%.
Dopo l’aggiustamento per i fattori confondenti, come età materna, numero di gravidanze, diabete ed esposizione a farmaci che causano ipertensione arteriosa (FANS, triptani, decongestionanti), il rischio relativo stimato dall’odds ratio (OR) delle donne esposte a SNRI è risultato quasi doppio (1,9) rispetto a quelle non esposte, così come per quelle esposte a un SSRI (2,3).
Anche dopo aver escluso 49 donne che avevano partorito prematuramente e quelle esposte ai farmaci ipotensivi nifedipina o nicardipina dopo 20 settimane di gestazione, i risultati sono risultati analoghi.
Un'altra analisi ha preso in considerazione le donne esposte a un antidepressivo solo durante il primo trimestre di gravidanza. Secondo questi dati, il rischio di ipertensione gestazionale era 3 volte maggiore con un antidepressivo SNRI rispetto a un antidepressivo SSRI (differenza statisticamente significativa).
È noto che gli antidepressivi SNRI possono causare ipertensione arteriosa a causa della loro attività noradrenergica.
Già nel 2012, il Centro di Farmacovigilanza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di Uppsala aveva pubblicato un'analisi di 31 segnalazioni, estratte dal suo database Vigibase, di disturbi ipertensivi durante la gravidanza attribuiti alla venlafaxina.
Gli aumenti della pressione arteriosa sono un effetto avverso ben noto della venlafaxina, indicato come “Comune” in scheda tecnica.
In pratica - Nelle forme di depressione da lievi a moderate, i trattamenti non farmacologici, come la psicoterapia o l'attività fisica regolare e moderata, hanno un rapporto rischio/beneficio più favorevole rispetto agli antidepressivi.
È quindi opportuno dare priorità ai trattamenti non farmacologici per ridurre i sintomi, soprattutto nelle donne in gravidanza.
Rispetto agli SSRI, gli antidepressivi SNRI non hanno dimostrato una superiorità clinica, ma sono più soggetti a effetti avversi, soprattutto cardiovascolari.
Nelle donne in gravidanza, diversi studi hanno costantemente dimostrato che la venlafaxina assunta durante il primo trimestre di gravidanza comporta un rischio di malformazioni nel nascituro, in particolare cardiache.
Inoltre, come altri farmaci serotoninergici, la venlafaxina può causare emorragie durante il parto ed emorragie neonatali.
Risk of Hypertensive Disorders of Pregnancy in Women Treated With Serotonin-Norepinephrine Reuptake Inhibitors: A Comparative Study Using the EFEMERIS Database.
J Clin Psychiatry. 2023 Jul 10;84(4):22m14734
Epidemiology. 2013 Sep;24(5):682-91
Prescrire Int. 2016 Apr;25(170):96-9
Prescrire Int. 2012 Oct;21(131):240
Prescrire Int. 2004 Jun;13(71):103-4
Gilberto Lacchia - Pubblicato 13/02/2024 - Aggiornato 13/02/2024
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