Passa ai contenuti principali

527 - Farmaci per le malattie infiammatorie intestinali

Negli ultimi anni sono aumentati i farmaci per il trattamento delle forme più gravi di morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa. Si tratta principalmente di principi attivi sui meccanismi immunitari della malattia. [Lettura 11 min]


La malattia di Crohn (MDC) è una malattia infiammatoria a eziologia sconosciuta che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale.

L'interessamento transmurale, insieme alla variabilità della distribuzione intestinale e alle manifestazioni sistemiche extraintestinali, sono responsabili di diverse presentazioni cliniche e condizionano il rischio di complicanze a lungo termine.

La rettocolite ulcerosa (RCU) è una malattia infiammatoria cronica, caratterizzata da episodi infiammatori recidivanti limitati alla mucosa del colon. Di solito viene colpito il retto e l'infiammazione può estendersi in senso prossimale coinvolgendo altre porzioni di colon.

I farmaci utilizzati in queste malattie infiammatorie variano a seconda dell'attività e della gravità della malattia.
  • Morbo di Crohn: esistono dei punteggi di valutazione per la malattia degli adulti, come il Crohn Disease Activity Index (CDAI)  e l'Harvey-Bradshaw Index, basati sulla valutazione del benessere generale e sui sintomi intestinali (diarrea, dolore, ragadi/fistole anali) ed extraintestinali (artralgie, uveite, eritema nodoso).
  • Rettocolite ulcerosa: la malattia è generalmente definita lieve, moderata o grave; la definizione di attività di malattia da lieve a moderata può variare in letteratura a seconda dell'indice o del punteggio utilizzato (p.es. Truelove and Witts severity index, Mayo Clinic score, Montreal classification).

AMINOSALICILATI
- La sulfasalazina (Salazopyrin°) è un 5-aminosalicilato (5-ASA) composto da acido 5-aminosalicilico legato alla sulfapiridina. La sulfasalazina viene parzialmente assorbita nel digiuno dopo l'ingestione orale. Il resto passa nel colon, dove viene ridotto dai batteri intestinali a sulfapiridina e 5-ASA.

Il 5-ASA è il principale responsabile dell'efficacia della sulfasalazina, mentre la sulfapiridina è responsabile di molti dei suoi effetti collaterali.

La mesalazina (Asacol°), 5-ASA non coniugato, non ha gli effetti collaterali associati alla sulfapiridina, ma viene maggiormente assorbita nel digiuno, e solo il 20% raggiunge l'ileo terminale e il colon.

Sono stati sviluppati diversi 5-aminosalicilati per evitare l'assorbimento prossimale, aumentando così la quota che raggiunge il colon.

I 5-ASA orali e topici sono utilizzati per l'induzione e il mantenimento della remissione nella RCU lieve.

Nell'RCU distale e nella proctite, supposte o clisteri possono essere più efficaci delle formulazioni orali. L'uso di mesalazina sia orale che rettale può essere più efficace di una delle due formulazioni usate da sole.

Effetti avversi - Gli effetti avversi più comuni sono nausea, vomito, diarrea, cefalea e dolore addominale. Sono stati segnalati fotosensibilità, epatotossicità, pancreatiti, pericarditi, polmoniti interstiziali, nefrotossicità e una sindrome simil-lupus.

CORTICOSTEROIDI - I corticosteroidi sono efficaci per il controllo dei sintomi a breve termine e per l'induzione della remissione nella RCU e nella MDC acute, ma con importanti effetti avversi a lungo termine e possibile dipendenza da steroidi.

Vengono utilizzati per via sistemica solo per l'induzione della remissione e poi scalati e sospesi. I corticosteroidi rettali sono efficaci per il trattamento dell'RCU distale.

Budesonide - La budesonide è un corticosteroide sintetico con minore tossicità a breve termine rispetto al prednisone.

Esiste in formulazioni orali (Intesticort°) da 3 mg e formulazioni multimatrice (Cortiment°) da 9 mg.

La budesonide orale può essere utilizzata per l'induzione della remissione nei pazienti con MDC lieve o con malattia che interessa l'ileo distale e/o il colon ascendente.

IMMUNOMODULATORI - L'azatioprina è una tiopurina. È efficace per il mantenimento della remissione sia nella RCU sia nella MDC.

Poiché può richiedere 3-6 mesi per raggiungere l'effetto massimo, non è utilizzata per indurre la remissione.

In alternativa, nella MDC può essere utilizzato il metotrexate per via intramuscolare o sottocutanea per il mantenimento e consentire la sospensione dei corticosteroidi. Può anche essere efficace per l'induzione della remissione nella MDC refrattaria ai corticosteroidi.

Effetti avversi - Le tiopurine possono causare mielosoppressione ed epatotossicità. I pazienti vanno monitorati regolarmente con emocromo completo e test di funzionalità epatica.

Le tiopurine causano immunosoppressione: aumentano il rischio di infezioni e diminuiscono l'effetto dei vaccini.

Possono causare nausea, vomito, diarrea, eruzione cutanea, edema polmonare, pancreatite, reazioni di ipersensibilità e neoplasie cutanee non melanomatose.

L'uso a lungo termine di tiopurine è stato associato a un aumento del rischio di linfoma, soprattutto se utilizzate in associazione a un inibitore del TNF.

Il metotrexate può causare immunosoppressione, infezioni opportunistiche, alopecia, rash, stomatiti, vomito, diarrea, emorragie gastrointestinali, epatotossicità, insufficienza renale, polmoniti interstiziali, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, ipotensione, cefalea, nefropatie e iperuricemia. L'integrazione con acido folico può ridurne la tossicità.

INIBITORI DEL TNF - Gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) sono efficaci per l'induzione e il mantenimento della remissione nella RCU e nella MDC; possono essere utilizzati come prima scelta nelle forme da moderate a gravi.

In Europa infliximab (Remicade°) ha l'indicazione per MDC ed RCU; adalimumab (Humira°) è autorizzato per l'uso nel MDC.

Gli inibitori del TNF sono stati utilizzati in associazione alle tiopurine, con un aumento dell'efficacia ma anche del rischio di linfoma.

Effetti avversi - I pazienti trattati con un inibitore del TNF sono a maggior rischio di infezioni gravi, tra cui tubercolosi e infezioni micotiche.

Gli inibitori del TNF possono provocare la riattivazione del virus dell'epatite B nei portatori cronici; sono stati associati anche a psoriasi di nuova insorgenza, citopenie, insufficienza cardiaca congestizia non ischemica, disturbi demielinizzanti e una sindrome simil-lupus.

Un aumento del rischio di neoplasie maligne, tra cui linfomi, melanomi e tumori cutanei non melanomatosi, è stato segnalato con l'uso di inibitori del TNF, ma non è stata stabilita una relazione causale.

ANTAGONISTI DEL RECETTORE DELL'INTEGRINA - Natalizumab (Tysabri°) non è più raccomandato per il trattamento della MDC a causa del rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML).

Vedolizumab (Entyvio°) è un anticorpo monoclonale che si lega all'integrina α4ß7, impedendo la migrazione dei leucociti nel tratto gastrointestinale, ma non nel sistema nervoso centrale, con minor rischio di PML.

È approvato per il trattamento di RCU e MDC da moderata a grave e per il trattamento della pouchite cronica che non risponde alla terapia antibiotica, in pazienti operati per RCU con confezionamento di pouch.

Effetti avversi - Sono state segnalate infezioni gravi, tra cui tubercolosi e meningite, e aumenti dei livelli di transaminasi e bilirubina. Vedolizumab non è stato associato a un aumento del rischio di neoplasie maligne.

Sarebbe stato segnalato solo un caso di PML con vedolizumab in un paziente con HIV e precedente immunosoppressione.

ANTAGONISTI DI IL-12/23 - Ustekinumab (Stelara°) è un anticorpo che lega l'interleuchina (IL)-12 e IL-23. È approvato per il trattamento di RCU e MDC da moderata a grave.

Effetti avversi - Gli effetti avversi comuni di ustekinumab comprendono nausea, vomito, rinofaringiti, candidosi vulvovaginale, bronchiti, prurito, infezioni delle vie urinarie, astenia, diarrea e sinusiti.

Polmoniti interstiziale, eosinofila e criptogenetica sono state segnalate dopo 1-3 dosi di farmaco; alcuni pazienti hanno sviluppato insufficienza respiratoria.

INIBITORI DELLA JANUS CHINASI - Gli inibitori orali della Janus chinasi (JAK) tofacitinib (Xeljanz°) e upadacitinib (Rinvoq°) sono approvati per il trattamento dei pazienti con RCU da moderata a grave che non hanno avuto una risposta adeguata o non tollerano gli inibitori del TNF.

Upadacitinib è approvato anche per il trattamento della MDC da moderata a grave in pazienti che hanno avuto una risposta inadeguata o non tollerano gli inibitori del TNF.

Effetti avversi - Gli effetti avversi comuni di tofacitinib e upadacitinib sono infezioni delle vie respiratorie superiori, aumento della creatinfosfochinasi, aumento dei livelli lipidici e acne.

Sono state segnalate anche infezioni gravi, tra cui tubercolosi ed herpes zoster.

Possono causare linfocitopenia, neutropenia e anemia. Negli studi clinici con entrambi i farmaci sono state segnalate perforazioni intestinali.

In scheda tecnica tutti gli inibitori della JAK hanno un avvertimento relativo all'aumento del rischio di infezioni gravi, tumori maligni (in particolare linfomi) e, in base agli studi condotti su tofacitinib, eventi cardiovascolari avversi maggiori, trombosi e morte.

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE

Aminosalicilati: le formulazioni a rilascio modificato possono essere assorbite meno se associate a farmaci che riducono l'acidità gastrica; possono ridurre il metabolismo e aumentare la tossicità dell'azatioprina.

Azatioprina: allopurinolo e febuxostat riducono il metabolismo delle tiopurine aumentandone la tossicità; l'associazione con ACE-inibitori o trimetoprim/sulfametossazolo può causare una grave leucopenia.

Inibitori del TNF: aumento del rischio infettivo e di neutropenia in associazione ad altri farmaci biologici; evitare la somministrazione di vaccini vivi.

Inibitori della Janus kinasi: gli inibitori del CYP3A4 e del CYP2C19 aumentano le concentrazioni di tofacitinib e upadacitinib che richiedono di una riduzione posologica se l'associazione è indispensabile; i forti induttori del CYP3A4 riducono i livelli di tofacitinib e upadacitinib; tofacitinib e upadacitinib non devono essere utilizzati con farmaci biologici o potenti immunosoppressori; evitare la somministrazione di vaccini vivi.

Ustekinumab : evitare la somministrazione di vaccini vivi.

Vedolizumab: aumento del rischio infettivo in associazione ad altri farmaci biologici.

CONFRONTI TRA I NUOVI FARMACI

Rettocolite ulcerosa - In uno studio randomizzato, in doppio cieco, che ha confrontato vedolizumab con adalimumab in pazienti con RCU da moderata a grave, la remissione clinica alla settimana 52 si è verificata nel 31% vs 23% dei pazienti trattati con vedolizumab.

Tuttavia, la percentuale di pazienti che hanno raggiunto la remissione clinica senza corticosteroidi alla settimana 52 è stata maggiore con adalimumab (22% vs 13%). Nei pazienti trattati con adalimumab sono state più frequenti le complicanze infettive.

In una meta-analisi di 3 studi controllati e randomizzati su pazienti con RCU da moderata a grave che non avevano utilizzato biologici, infliximab, rispetto a vedolizumab, è stato associato a percentuali simili di remissione clinica e di risposta e percentuali più elevate di risposta endoscopica e di remissione senza corticosteroidi.

In una meta-analisi di studi controllati che hanno valutato farmaci biologici, inibitori della JAK e ozanimod (non autorizzato in Europa con questa indicazione) nell'RCU, upadacitinib è apparso il farmaco più efficace per l'induzione della remissione clinica, ma con il maggior rischio di effetti avversi.

In 2 studi retrospettivi, le percentuali di remissione non sono risultate significativamente diverse tra i pazienti trattati con vedolizumab o tofacitinib dopo il fallimento di un inibitore del TNF.

Malattia di Crohn - In uno studio in doppio cieco, su pazienti che non avevano utilizzato biologici, con MDC da moderata a grave, le percentuali di remissione clinica alla settimana 52 non erano significativamente diverse tra ustekinumab e adalimumab (65% vs 61%).

In un'analisi dei dati di 4 studi randomizzati e controllati su pazienti con MDC da moderata a grave, adalimumab e infliximab sono risultati superiori a vedolizumab sulla remissione endoscopica dopo un anno.

In uno studio retrospettivo, le percentuali di remissione clinica non erano significativamente diverse tra vedolizumab e ustekinumab dopo il fallimento di un inibitore del TNF.



UpToDate - topic last updated: Sep 20, 2023

UpToDate - topic last updated: Oct 17, 2023

Drugs for Inflammatory Bowel Disease
The Medical Letter July 10, 2023 

Vedolizumab versus Adalimumab for Moderate-to-Severe Ulcerative Colitis.
N Engl J Med. 2019 Sep 26;381(13):1215-1226 

Comparative Efficacy for Infliximab Vs Vedolizumab in Biologic Naive Ulcerative Colitis.
Clin Gastroenterol Hepatol. 2022 Jul;20(7):1588-1597 

Comparative effectiveness of second-line biological therapies for ulcerative colitis and Crohn's disease in patients with prior failure of anti-tumour necrosis factor treatment.
BMC Gastroenterol. 2022 Mar 27;22(1):143 

Real-world comparison of effectiveness between tofacitinib and vedolizumab in patients with ulcerative colitis exposed to at least one anti-TNF agent.
Aliment Pharmacol Ther. 2023 Mar;57(6):676-688 

Ustekinumab versus adalimumab for induction and maintenance therapy in biologic-naive patients with moderately to severely active Crohn's disease: a multicentre, randomised, double-blind, parallel-group, phase 3b trial.
Lancet. 2022 Jun 11;399(10342):2200-2211 

Comparative Effectiveness of Biologics for Endoscopic Healing of the Ileum and Colon in Crohn's Disease.
Am J Gastroenterol. 2022 Jul 1;117(7):1106-1117 






Gilberto Lacchia - Pubblicato 20/11/2023 - Aggiornato 20/11/2023 

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se...

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere div...

331 - Valutare gli aumenti della creatinchinasi

[Tempo di lettura: 8 min]  Un aumento della creatinchinasi è un riscontro frequente in medicina generale. La maggior parte dei casi lievi dipendono da cause transitorie e autolimitantesi. In alcune situazioni è opportuna una valutazione diagnostica più approfondita. La creatinchinasi (CK) è l'enzima più utilizzato per diagnosi e follow up delle malattie muscolari. Le concentrazioni sieriche aumentano in risposta alla lesione muscolare ed è l'indicatore più sensibile di danno muscolare e il miglior parametro del decorso della lesione muscolare. La CK è un dimero e si presenta in tre isoenzimi diversi (MM, MB e BB), che possono essere distinti all’elettroforesi. Il muscolo scheletrico ha la più alta concentrazione di CK di qualsiasi tessuto, con più del 99% MM e piccole quantità di MB. Il tessuto cardiaco ha la più alta concentrazione di CK-MB, che rappresenta circa il 20% della CK cardiaca (la troponina I è un marker più specifico di danno miocardico rispetto alla CK-MB, uti...