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442 - Prescrivere farmaci che allungano l’intervallo QT

- [Tempo di lettura: 7 min] 
Molti farmaci causano un prolungamento dell'intervallo QT sull’ECG. Ciò può aumentare il rischio di torsades de pointes, un'aritmia cardiaca potenzialmente fatale. Quando si prescrivono farmaci associati al prolungamento del QT, è necessario considerare tre fattori chiave: il rischio potenziale e l'entità del prolungamento del QT associato al farmaco prescritto; i fattori di rischio legati al paziente; i farmaci associati che potrebbero aumentare il rischio di prolungamento del QT.

Il prolungamento del QT indotto da farmaci è un effetto farmacologico riconosciuto, dimostrato in più di 250 molecole e identificato come rischio per molte terapie comunemente prescritte.

L’incidenza stimata da uno studio europeo del 2014 di sindrome del QT lungo (LQTS) da farmaci è di oltre 3 milioni di casi di torsades de pointes (TdP) all’anno.

L'intervallo QT rappresenta il tempo che intercorre tra l'inizio della depolarizzazione ventricolare e la fine della ripolarizzazione ventricolare.

Per garantire una misurazione uniforme con le variazioni di frequenza cardiaca, solitamente si usa un valore dell’intervallo normalizzato a una frequenza di 60 bpm, definito QT corretto (QTc).

Gli intervalli QTc normali sono inferiori a 450 ms per gli uomini e 460 ms per le donne (tabella). La Società Europea di Cardiologia (ESC) ha definito la soglia di QT >500 ms come valore di cut off per diagnosticare una LQTS in soggetti asintomatici.

Le due cause principali del prolungamento dell'intervallo QT sono:
  • LQTS congenita: è una condizione ereditaria rara (1 nato vivo ogni 2000). Molti pazienti sono asintomatici e spesso vengono identificati da ECG eseguiti per altri motivi.
  • LQTS acquisita: è più diffusa ed è legata a farmaci che prolungano l'intervallo QT, spesso in associazione a cardiopatie strutturali (infarto miocardico o insufficienza cardiaca).
Tra i farmaci che prolungano l'intervallo QT e che sono chiaramente associati a un rischio noto di TdP, anche quando vengono assunti secondo le raccomandazioni, ci sono farmaci molto comuni e ampiamente prescritti.

Solo per fare qualche esempio:
  • Citalopram, escitalopram
  • Fluconazolo
  • Levofloxacina, claritromicina, azitromicina, ciprofloxacina
  • Aloperidolo
  • Sulpiride, levosulpiride, domperidone, ondansetron
  • Sotalolo, amiodarone
  • Idrossiclorochina
  • Donepezil
Se un paziente presenta un intervallo QTc prolungato è necessario indagare e affrontare i fattori di rischio modificabili, come la bradicardia o i disturbi elettrolitici (ipokaliemia, ipocalcemia, ipomagnesemia).

Se possibile, si può prendere in considerazione anche un farmaco alternativo che non abbia effetti sull'intervallo QT. Se il farmaco è indispensabile e non sostituibile con altri più sicuri, andrebbe richiesta una consulenza specialistica e presa in considerazione la possibilità di effettuare ECG frequenti.

Un effetto diretto sul cuore, come azione singola o in associazione con altri farmaci, è definito farmacodinamico. Per esempio cocaina e metadone agiscono direttamente sui canali del potassio miocardici; altri farmaci con effetti farmacodinamici sono amiodarone, aloperidolo e citalopram.

Per citalopram ed escitalopram, l’autorità di farmacovigilanza britannica, già nel 2014, aveva introdotto limitazioni prescrittive e posologiche. L’effetto sull’intervallo QT di questi farmaci è dose-dipendente e aumenta dopo i 65 anni.

In uno studio con ECG in doppio cieco, controllato con placebo, su soggetti sani, la variazione del QTc rispetto al basale per il citalopram è stata di 7,5 ms a 20 mg/d e di 16,7 ms a 60 mg/d.

Questo effetto dipendente dalla dose esiste anche per altre classi di farmaci, per esempio gli antipsicotici atipici.

Gli effetti farmacocinetici si riferiscono a farmaci o altre sostanze che non prolungano direttamente l'intervallo QT, ma possono ridurre clearance e/o metabolismo di un farmaco che prolunga l'intervallo QT.

Per esempio, la claritromicina ha un'attività inibitoria del CYP3A4, che può aumentare l’esposizione a farmaci che prolungano il QT. Inoltre, la claritromicina può avere un effetto farmacodinamico diretto sui canali del potassio.

Alcuni farmaci possono causare alterazioni elettrolitiche, che possono potenziare i rischi di prolungamento del QT, come diuretici dell'ansa o tiazidici, che contribuiscono all'ipokaliemia.

Alcuni fattori presenti nel paziente aumentano il rischio di prolungamento del QT indotto da farmaci.

Fattori di rischio non modificabili: sesso femminile; età >65 anni; LQTS congenita; cardiopatie strutturali (insufficienza cardiaca con bassa FE, ipertrofia ventricolare sinistra, infarto miocardico); recente conversione della fibrillazione atriale; compromissione della funzionalità epatica o renale.

Fattori di rischio modificabili: bradicardia, disturbi elettrolitici non corretti (ipokaliemia, ipomagnesemia, ipocalcemia); ipotiroidismo non trattato; e recente cardioversione con un farmaco che allunga il QT.

Prima di prescrivere un farmaco che può allungare l’intervallo QT è utile porsi alcune domande:
  • Il paziente presenta fattori di rischio per il prolungamento del QT?
  • Il nuovo farmaco è associato a un rischio di prolungamento del QT?
  • Esistono potenziali interazioni farmacologiche che potrebbero aumentare il rischio di prolungamento del QT?
  • Il farmaco è essenziale? Esistono alternative?
Monitoraggio ECG - Non è pratico eseguire un ECG ogni volta che viene prescritto un farmaco che allunga il QT. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui si raccomanda il monitoraggio ECG, come in caso di utilizzo di farmaci ad alto rischio intrinseco di prolungamento del QT, associazione indispensabile di più farmaci che aumentano il QT o la presenza di fattori di rischio nel paziente.

In questi casi alcuni autori consigliano:
  • eseguire un ECG basale e ripeterlo quando il farmaco ha raggiunto lo steady state (in genere dopo circa 4-5 emivite);
  • considerare la possibilità di ripetere l'ECG dopo gli aggiustamenti posologici;
  • se si verifica una variazione significativa del QTc (p.es. un aumento >50 ms o un valore assoluto >500 ms), verificare e correggere eventuali alterazioni elettrolitiche; se il prolungamento del QTc non si risolve, va presa in considerazione la riduzione della dose o la sospensione della terapia.

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💊 Altri post in tema
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Mechanisms and management of drug-induced QT prolongation
Prescriber Nov-Dec 2022;11-12(33);19-23

Citalopram and escitalopram: QT interval prolongation
UK Health System - Drug safety update - December 2014

Managing drug-induced QT prolongation in clinical practice.
Postgrad Med J. 2021 Jul;97(1149):452-458.




Gilberto Lacchia - Pubblicato 28/11/2022 - Aggiornato 28/11/2022

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