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La venlafaxina è un antidepressivo che inibisce la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e, soprattutto a dosi elevate, anche quella della dopamina. Questo meccanismo di azione è stato proposto da alcuni autori per spiegare la dipendenza e la ricerca di un effetto stimolante da venlafaxina segnalato da alcuni anni nelle banche dati di farmacovigilanza.
A seguito della notifica del caso di un soggetto di 24 anni che si autosomministrava venlafaxina per via endovenosa, un Centro regionale per la tossicodipendenza francese ha analizzato i dati disponibili sull'abuso di questo farmaco; sono state reperite diverse notifiche di soggetti che abusavano della sostanza, a volte polverizzando le compresse e assumendo la polvere per via nasale o endovenosa.
Dal 2003 in tutto il mondo sono state pubblicate osservazioni di soggetti che assumevano dosi molto elevate, da 1.950 mg a 4.050 mg al giorno, ben al di sopra della dose massima giornaliera di 375 mg indicata in scheda tecnica. Dal 2005 al 2016 autori britannici hanno segnalato nella banca dati europea Eudravigilance 13 casi di abuso di venlafaxina, assunta a dosi che arrivavano a superare i 6 grammi al giorno. La maggior parte dei soggetti coinvolti aveva una storia di tossicodipendenza.
Dosi così elevate di venlafaxina, come prevedibile, erano associate a sintomi: dolore toracico con accessi in pronto soccorso, ipertensione arteriosa, prolungamento dell'intervallo QT, perdita di peso, tremori, vertigini, debolezza muscolare e cadute.
In pratica - I redattori di Prescrire da anni ritengono la venlafaxina un antidepressivo di efficacia uguale ad altri inibitori selettivi della serotonina, ma che espone i pazienti a un numero maggiore di eventi avversi, soprattutto cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, aritmie, prolungamento del QT) a causa dell'attività noradrenergica. Le overdosi di venlafaxina, inoltre, comportano un alto rischio di arresto cardiaco.
La ricerca di un effetto stimolante a dosi maggiori e l'uso di vie di somministrazione che permettono un assorbimento rapido – concludono gli autori su Prescrire – è un motivo in più per escludere la venlafaxina, soprattutto in pazienti con una storia di abuso e dipendenza da droghe psicotrope.
Venlafaxine : abus et toxicomanies
La Revue Prescrire 2019 Feb;39(424):113
Venlafaxine: more dangerous than most "selective" serotonergic antidepressants
Prescrire Int. 2016 Apr;25(170):96-9.
A Case of Venlafaxine Abuse
N Engl J Med. 2003 Feb 20;348(8):764-5
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Pubblicato: 24/06/2019 Aggiornato: 24/06/2019
La venlafaxina è un antidepressivo che inibisce la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e, soprattutto a dosi elevate, anche quella della dopamina. Questo meccanismo di azione è stato proposto da alcuni autori per spiegare la dipendenza e la ricerca di un effetto stimolante da venlafaxina segnalato da alcuni anni nelle banche dati di farmacovigilanza.
A seguito della notifica del caso di un soggetto di 24 anni che si autosomministrava venlafaxina per via endovenosa, un Centro regionale per la tossicodipendenza francese ha analizzato i dati disponibili sull'abuso di questo farmaco; sono state reperite diverse notifiche di soggetti che abusavano della sostanza, a volte polverizzando le compresse e assumendo la polvere per via nasale o endovenosa.
Dal 2003 in tutto il mondo sono state pubblicate osservazioni di soggetti che assumevano dosi molto elevate, da 1.950 mg a 4.050 mg al giorno, ben al di sopra della dose massima giornaliera di 375 mg indicata in scheda tecnica. Dal 2005 al 2016 autori britannici hanno segnalato nella banca dati europea Eudravigilance 13 casi di abuso di venlafaxina, assunta a dosi che arrivavano a superare i 6 grammi al giorno. La maggior parte dei soggetti coinvolti aveva una storia di tossicodipendenza.
Dosi così elevate di venlafaxina, come prevedibile, erano associate a sintomi: dolore toracico con accessi in pronto soccorso, ipertensione arteriosa, prolungamento dell'intervallo QT, perdita di peso, tremori, vertigini, debolezza muscolare e cadute.
In pratica - I redattori di Prescrire da anni ritengono la venlafaxina un antidepressivo di efficacia uguale ad altri inibitori selettivi della serotonina, ma che espone i pazienti a un numero maggiore di eventi avversi, soprattutto cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, aritmie, prolungamento del QT) a causa dell'attività noradrenergica. Le overdosi di venlafaxina, inoltre, comportano un alto rischio di arresto cardiaco.
La ricerca di un effetto stimolante a dosi maggiori e l'uso di vie di somministrazione che permettono un assorbimento rapido – concludono gli autori su Prescrire – è un motivo in più per escludere la venlafaxina, soprattutto in pazienti con una storia di abuso e dipendenza da droghe psicotrope.
Venlafaxine : abus et toxicomanies
La Revue Prescrire 2019 Feb;39(424):113
Venlafaxine: more dangerous than most "selective" serotonergic antidepressants
Prescrire Int. 2016 Apr;25(170):96-9.
A Case of Venlafaxine Abuse
N Engl J Med. 2003 Feb 20;348(8):764-5
Gilberto Lacchia
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Pubblicato: 24/06/2019 Aggiornato: 24/06/2019
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