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515 - Fluticasone inalatorio in pazienti ambulatoriali con COVID

La terapia steroidea inalatoria non si è dimostrata utile in pazienti adulti ambulatoriali con COVID lieve-moderato. [Lettura 4 min]

I corticosteroidi sistemici sono utili per i pazienti con COVID grave, ricoverati, che richiedono un'ossigenoterapia.

Meno chiara è l’utilità di questi farmaci per via inalatoria, in pazienti ambulatoriali con una forma non grave: studi precedenti hanno dato risultati contrastanti che possono essere il risultato di popolazioni o campioni diversi.

Un precedente studio con budesonide, in aperto, in anziani non vaccinati, aveva mostrato un piccolo beneficio.

Lo studio, pubblicato su Lancet nel 2019 e sponsorizzato da AstraZeneca, aveva coinvolto 1800+ pazienti anziani con COVID sintomatico da 14 giorni (in media, 6 giorni).

Si trattava di pazienti a maggior rischio di complicanze, con una delle seguenti caratteristiche:
  • età ≥65
  • età ≥50 con comorbidità come cancro, diabete, malattie cardiovascolari o polmonari
  • obesità
I pazienti non erano stati ricoverati e ricevevano le cure abituali più budesonide 800 µg, inalata due volte al giorno per 14 giorni, o solo le cure abituali.

Il tempo mediano per la guarigione riferita dai pazienti era risultato di 2,9 giorni inferiore nel gruppo budesonide, con una tendenza non significativa a un minor numero di ricoveri e decessi.

Lo studio era limitato dalla mancanza di controllo con placebo, dal breve follow-up e dal mancato riscontro di una differenza significativa nell'endpoint più importante, cioè la riduzione dei ricoveri e dei decessi.

Un nuovo studio, finanziato dal National Center for Advancing Translational Sciences, è stato pubblicato sull’ultimo numero del NEJM.

Quasi 1300 adulti con COVID lieve-moderato confermato, di età ≥30 anni, con almeno due sintomi di infezione acuta da meno di 7 giorni, sono stati randomizzati a 200 µg di fluticasone furoato inalatorio 1 volta al giorno o placebo per 14 giorni.

Circa il 26% dei pazienti erano ipertesi, il 13% asmatici, il 10% diabetici e il 5% cardiopatici. Due terzi erano vaccinati.

L'endpoint primario era il tempo di guarigione (definito da 3 giorni senza sintomi), che è risultato uguale nei due gruppi.

L'endpoint combinato di visite in pronto soccorso, ricoveri e morte entro il 28° giorno si è verificato con una frequenza leggermente superiore nel gruppo del fluticasone (24 vs 13); tuttavia, le complicanze gravi sono state rare, con solo tre ricoveri in ciascun gruppo e nessun decesso.

Gli eventi avversi sono stati poco frequenti in entrambi i gruppi.

In pratica - Il trattamento con fluticasone furoato per via inalatoria per 14 giorni, valutato in uno studio randomizzato e in doppio cieco, non ha comportato un tempo di guarigione più breve rispetto al placebo tra i pazienti ambulatoriali con COVID.

Sebbene non si siano verificati decessi e i ricoveri siano stati rari e simili in entrambi i gruppi, il numero di visite in pronto soccorso è stato maggiore nel gruppo del fluticasone rispetto al gruppo del placebo.

Benché la popolazione di questo studio non sia paragonabile a quella dello studio sulla budesonide (età media 45 anni rispetto a circa 64; percentuale maggiore di comorbidità nel primo studio), il maggior rigore metodologico dello studio sul fluticasone può far concludere che questo farmaco non abbia un ruolo in questo contesto.

Complessivamente, la mancanza di effetto del trattamento e il possibile aumento degli accessi in pronto soccorso osservati con il fluticasone rispetto al placebo (3,2% vs. 1,6%) suggeriscono che questa terapia non sia da consigliare ai pazienti ambulatoriali con COVID che non abbiano altre comorbidità che lo giustifichino (p.es. asma).


N Engl J Med. 2023 Sep 21;389(12):1085-1095. 

Lancet. 2021 Sep 4;398(10303):843-855 






Gilberto Lacchia - Pubblicato 25/09/2023 - Aggiornato 25/09/2023 

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