Passa ai contenuti principali

218 - Quando è utile dosare la clozapina?

Quando è utile dosare la clozapina? - Blog Prescrivere Tempo di lettura: 4 min
A fine agosto 2020 l'autorità regolatoria britannica per i medicinali (MHRA, Medicines and Healthcare products Regulatory Agency) ha invitato i medici a tenere presente alcune situazioni in cui è consigliabile il dosaggio ematico dei livelli di clozapina, oltre al monitoraggio dell'emocromo richiesto per la prescrizione del farmaco.

La clozapina (Leponex°) è un antipsicotico atipico indicato per la schizofrenia resistente al trattamento e la psicosi in corso di morbo di Parkinson dopo il fallimento di altre terapie. 

La clozapina è metabolizzata dall'isoenzima CYP1A2 del citocromo P450 e il livello terapeutico raccomandato è 0.35–0.6 mg/L.

Effetti avversi
La neutropenia è quello più temuto, con il maggior rischio nelle prime 18 settimane di trattamento, e richiede un monitoraggio stretto con un emocromo recente prima del rinnovo della prescrizione.

Effetti cardiovascolari: durante le fasi iniziali della terapia è comune l'ipotensione, ma possono verificarsi anche crisi ipertensive per le quali è necessaria una riduzione graduale del dosaggio. La tachicardia è molto comune, di solito non clinicamente significativa, ma può essere un sintomo di miocardite; a volte è persistente è richiede un trattamento con β-bloccanti. Le miocarditi sono rare, ma si verificano con maggior frequenza nei primi due mesi di trattamento (va sospeso il trattamento).

La stipsi e la scialorrea sono effetti avversi molto comuni.

Convulsioni: la clozapina è uno degli antipsicotici più epilettogeni e il rischio è dose-dipendente. È sconsigliata l'associazione con altri farmaci che riducono la soglia convulsiva (bupropione, antidepressivi SSRI, triciclici, tramadolo, anestetici locali).

Interazione con il fumo di sigaretta
Gli idrocarburi poliaromatici del fumo di sigaretta sono induttori dell'isoenzima CYP1A2: se un paziente smette di fumare, anche in modo non programmato, (p.es. per un ricovero ospedaliero) le concentrazioni ematiche di clozapina possono aumentare significativamente con effetti avversi gravi.

Sono necessari da 4 giorni a 1 settimana perché gli isoenzimi del citocromo P450 ritornino ai livelli precedenti all'abitudine al fumo e diversi altri giorni perché la clozapina raggiunga un nuovo steady state: le complicanze possono comparire fino a 3 settimane dopo aver smesso di fumare. L'uso della terapia sostitutiva con nicotina non impedisce questa interazione.

In seguito a due casi mortali attribuiti alla tossicità da clozapina (un paziente a cui era stata associata una terapia con amisulpiride e uno con polmonite), la MHRA raccomanda il monitoraggio dei livelli ematici di clozapina per verificarne la tossicità in alcune situazioni cliniche, cioè quando:

  • il paziente smette di fumare o passa alla sigaretta elettronica;
  • vengono associati farmaci con possibili interazioni che aumentano i livelli di clozapina nel sangue (p.es. ciprofloxacina, fluvoxamina, aloperidolo, duloxetina, amisulpiride);
  • si verifica una polmonite o altra infezione grave;
  • si sospetta un ridotto metabolismo della clozapina;
  • si sospetta una tossicità.
Il dosaggio ematico della clozapina non sostituisce l'emocromo necessario per gestire il rischio di agranulocitosi.



Clozapine and other antipsychotics: monitoring blood concentrations for toxicity
Medicines and Healthcare products Regulatory Agency

Oxford Handbook of Clinical Pharmacy, 3rd ed. 2017
Clozapine, pag. 427-429




                                                                                                 Gilberto Lacchia




______________________________________


Pubblicato: 19/10/2020 Aggiornato: 19/10/2020




Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons