Passa ai contenuti principali

130 - Quando richiedere una gastroscopia nel paziente dispeptico

Tempo di lettura: 4 min
La gastroscopia è un esame frequentemente richiesto per diagnosi, monitoraggio e trattamento di diverse patologie delle vie digestive superiori.

La richiesta è certamente indicata, spesso con sollecitudine, nei pazienti che hanno sintomi di allarme (disfagia, massa epigastrica, età >55 anni con calo ponderale e dolore addominale o problemi digestivi). Nei pazienti che lamentano dispepsia, senza queste red flag, l'esame può essere indicato in alcune situazioni.

La dispepsia è un sintomo che ha una prevalenza dal 20 al 40% nella popolazione adulta e il 50% di queste sono funzionali (oltre il 60% nelle donne). I sintomi comprendono dolore o fastidio epigastrico, pirosi, nausea o vomito. Se presenti per oltre 4 settimane si parla di dispepsia persistente.

Le cause sono diverse: ulcere, reflusso gastroesofageo, esofagite, neoplasie, cibi, farmaci e la dispepsia funzionale. Quest'ultima ha una patogenesi incerta, ma si pensa che sia in rapporto a una alterata motilità gastroduodenale, all'ipersensibilità alla distensione gastrica, ad anomalie della secrezione acida gastrica e a fattori psicologici.

All'anamnesi si possono identificare spesso cause scatenanti come alcool, cibi grassi e farmaci (FANS, steroidi, nitrati, calcioantagonisti, bifosfonati, …). Se la correlazione tra causa scatenante e sintomo è evidente l'endoscopia difficilmente può dare informazioni utili.

Altre importanti informazioni anamnestiche sono la presenza di pirosi e reflusso e vanno prese in considerazione cause alternative come dolore di origine cardiaca o muscolo-scheletrico.

L'esame obiettivo deve far valutare segni di anemia, ittero, epatopatie, masse addominali, variazioni ponderali e aumento della circonferenza addominale. Un eventuale aumento delle piastrine associato a dispepsia in un soggetto di età >55 anni è una indicazione a una valutazione endoscopica.

Se non sono presenti sintomi di allarme, la dispepsia si può gestire in prima battuta eliminando eventuali fattori scatenanti e/o modificando lo stile di vita. In caso di mancata risposta è indicata una terapia ex juvantibus con un inibitore di pompa per 4-8 settimane o la ricerca dell'Helicobacter pylori. Se la risposta agli inibitori di pompa è insufficiente possono essere utilizzati gli anti-H2.

Quando queste strategie falliscono è indicato il ricorso alla gastroscopia: benché molti di questi esami risulteranno normali, la conferma di una dispepsia funzionale può dare al medico e al paziente una certa rassicurazione, evitando preoccupazioni e nuove consultazioni future.


Nei pazienti con un reflusso gastroesofageo di lunga data è possibile la formazione di un esofago di Barrett (tratti di epitelio squamoso normale sostituiti con epitelio colonnare metaplasico) che è una condizione precancerosa.

Data l'impossibilità di offrire uno screening a tutti i pazienti con sintomi di reflusso, viene consigliato di proporre la gastroscopia a chi ha 3 o più di questi fattori di rischio: età >50 anni, maschi, bianchi, obesi, fumatori e in chi abusa di alcool. La soglia per la prescrizione dell'esame va abbassata in chi ha parenti di primo grado con storia di esofago di Barrett o adenocarcinoma dell'esofago.


Dyspepsia: When to refer for endoscopy
InnovAiT, 2019, Vol. 12(3), 144–148

Gilberto Lacchia

______________________________________

Pubblicato: 14/10/2019 Aggiornato: 14/10/2019

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons