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63 - Aspirina per l'esofago di Barrett?

In un ampio studio multicentrico, finanziato da Astra Zeneca e durato più di 8 anni, l'uso quotidiano di esomeprazolo ad alto dosaggio e (dato controintuitivo) aspirina a dose piena è risultato utile in pazienti con diagnosi di esofago di Barrett.

Oltre 2500 pazienti con esofago di Barrett sono stati randomizzati a una terapia con esomeprazolo a bassa dose (20 mg una volta al giorno) o alta dose (40 mg due volte al giorno) con o senza aspirina (una volta al giorno a 300 o 325 mg). La studio ha valutato mortalità o progressione dell'esofago di Barrett verso displasia di alto grado o cancro. Il follow-up mediano è stato di 9 anni.


I risultati sono stati i seguenti:
  • Il PPI ad alto dosaggio era superiore al PPI a basso dosaggio nel ritardare l'endpoint nel tempo.
  • L'uso dell'aspirina è risultato superiore al non-uso quando sono stati esclusi dall'analisi i pazienti che assumevano anche FANS.
  • L'associazione di PPI ad alto dosaggio e aspirina quotidiana ha avuto il maggiore effetto protettivo.
  • Gli eventi avversi gravi sono rari (1%).
L'opinione dei commentatori è che si tratti di uno studio importante, che dovrebbe contribuire a modificare la pratica clinica. Sebbene sia i PPI sia l'aspirina abbiano dimostrato effetti avversi, i loro effetti protettivi nella popolazione di questo studio sono superiori ai rischi e sarebbe ragionevole trattare i pazienti con esofago di Barrett con una terapia di associazione PPI/aspirina.

La necessità di un PPI ad alto dosaggio potrebbe essere maggiore nei pazienti con segmenti più lunghi di esofago di Barrett (a causa della scarsa motilità esofagea e dell'aumentata esposizione all'acido), ma ciò non può essere stabilito con i soli dati di questo studio.


Esomeprazole and aspirin in Barrett's oesophagus (AspECT): a randomised factorial trial

Lancet 2018; 392: 400–08


Gilberto Lacchia
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Pubblicato: 12/11/2018 Aggiornato: 12/11/2018

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