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588 - Macrolidi: occhio all'orecchio!

L'effetto ototossico dei macrolidi è noto da decenni. Una metanalisi di tutti gli studi pubblicati conferma l'aumento del rischio di ipoacusia e acufeni, soprattutto nei trattamenti prolungati e ad alte dosi. [Lettura 4 min]


I macrolidi sono una classe di antibiotici largamente prescritta in ambito medico, impiegata per il trattamento di infezioni in otorinolaringoiatria, medicina interna e pediatria.

L’ampio spettro di utilizzo e la loro efficacia ne fanno una scelta terapeutica frequente anche in medicina generale.

Tra gli effetti avversi vanno tenuti presenti quelli sulla funzione uditiva.

L’azitromicina è utilizzata fin dai primi anni '90 e fin dall’inizio ne è stata segnalata l'ototossicità.

Un articolo su Lancet del 1992 segnalava i casi di alcuni pazienti con ipoacusia neurosensoriale bilaterale. La perdita dell’udito si era verificata entro 30-90 giorni dall’inizio del trattamento con azitromicina (utilizzata contro il Mycobacterium avium complex nell’AIDS) e si era risolta dopo 2-4 settimane dalla sospensione del farmaco.

Uno studio olandese pubblicato nel 2021 aveva valutato la possibile ototossicità dei macrolidi come causa di acufeni nei partecipanti al Rotterdam Study (iniziato nel 1989 per studiare le conseguenze dell’invecchiamento).

L’assunzione di macrolidi, soprattutto azitromicina e claritromicina, era associata a un aumento del 25% del rischio di sviluppare acufeni (odds ratio 1,25).

Il rischio era particolarmente elevato in chi assumeva dosi maggiori (>14 dosi giornaliere definite) e in chi utilizzava macrolidi ad azione intermedia o lunga.

Lo studio sottolineava l’importanza di considerare attentamente l’uso dei macrolidi, specialmente in trattamenti prolungati o ad alte dosi, e di monitorare i pazienti per eventuali avversi a livello uditivo.

Diversi altri studi hanno suggerito che l’uso di macrolidi potrebbe essere associato a ototossicità, ipoacusia e acufeni, soprattutto in pazienti più suscettibili.

Un gruppo coreano ha condotto una revisione sistematica e metanalisi di tutti gli studi precedentemente pubblicati sull’associazione tra macrolidi e perdita dell’udito.

Nella revisione sono stati inclusi 13 studi: 6 studi clinici randomizzati e 8 studi epidemiologici, su bambini e adulti.

Gli antibiotici studiati erano:
  • azitromicina
  • claritromicina
  • eritromicina
  • roxitromicina
  • spiramicina
  • telitromicina
  • fidaxomicina (antibiotico macrociclico strutturalmente correlato ai macrolidi, non in commercio in Italia)
Rispetto ai pazienti non esposti a un macrolide, ma eventualmente esposti a un antibiotico di un altro gruppo, quelli esposti a un macrolide avevano un maggior rischio di compromissione dell’udito, con un aumento del rischio del 20% (odds ratio 1,2).

Il meccanismo per cui i macrolidi risultano ototossici non è ancora completamente compreso. Alcune evidenze suggeriscono che questi antibiotici possano causare danni transitori alle cellule ciliate dell’orecchio interno.

Al 5 novembre 2024, nel database di farmacovigilanza dell’OMS (Vigiaccess) il numero di segnalazioni relative a problemi sull’apparato uditivo o vestibolare è circa l’1-2% di tutte le segnalazioni totali (tabella).


Al 14 aprile 2024, nel database europeo di farmacovigilanza erano registrate 216 segnalazioni di sordità attribuita all’azitromicina. Tra i 124 casi di sordità di cui era nota l’evoluzione, 29 si erano completamente risolti, 28 erano in corso di miglioramento e 67 non erano regrediti o erano regrediti con sequele.

Inoltre, erano presenti 260 segnalazioni di acufeni, di cui 78 senza regressione.

I macrolidi sono ampiamente prescritti per le loro proprietà antimicrobiche e anti-infiammatorie in diverse infezioni batteriche, nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori e nelle infezioni sessualmente trasmissibili.

In pratica - La metanalisi conferma un aumento del rischio di ototossicità associata all’uso di macrolidi. La prescrizione dovrebbe essere particolarmente cauta nei pazienti con fattori di rischio come una storia familiare di deficit uditivi o una preesistente perdita dell’udito.

Quando un paziente che assume un macrolide lamenta l’insorgenza di un disturbo uditivo o un peggioramento di un disturbo preesistente, in particolare una diminuzione dell’udito o acufeni, è importante considerare il possibile ruolo dell’antibiotico e, per prudenza, non utilizzare i macrolidi successivamente.

Alcuni autori consigliano di monitorare la funzione uditiva dei pazienti trattati a lungo termine con macrolidi, soprattutto in presenza di fattori di rischio come infezione da HIV o età avanzata.

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