Passa ai contenuti principali

93 - Sigarette elettroniche e sostituti della nicotina per smettere di fumare

Tempo di lettura: 4 min
I vaporizzatori per nicotina, le cosiddette sigarette elettroniche, sono efficaci per far smettere di fumare? Sì, ma…

In uno studio britannico pubblicato a febbraio sul NEJM, sono stati selezionati quasi 900 fumatori adulti che, dopo aver scelto una data di cessazione del fumo, sono stati randomizzati in un gruppo che utilizzava sigarette elettroniche e uno i sostituti della nicotina (cerotti, gomme, spray nasale o orale…). A tutti i partecipanti è stato fornito un counselling di supporto comportamentale in diverse sessioni.

L'astinenza dal fumo a 1 anno era del 18% nel gruppo delle sigarette elettroniche e del 10% nel gruppo della terapia sostitutiva della nicotina. Nel gruppo delle sigarette elettroniche, tra quelli che continuavano a non fumare, l'80% utilizzava ancora sigarette elettroniche a 1 anno; nel gruppo dei sostituti della nicotina, solo il 9% utilizzava ancora prodotti sostitutivi dopo 1 anno.

Le sigarette elettroniche sono quindi risultate più efficaci della sostituzione della nicotina nel facilitare la cessazione del fumo, ma la maggior parte di chi aveva smesso di fumare tabacco continuava a usare la sigaretta elettronica. Le percentuali di astinenza completa a un anno erano comprese tra il 10% e il 20%, paragonabili a quelle osservate con gli interventi farmacologici per la cessazione del fumo.

In un editoriale che accompagna l'articolo, si osserva che le sigarette elettroniche finiscono per essere utilizzate per tempi molto più lunghi, nonostante le incertezze sulle conseguenze a lungo termine dell'uso di questi device. Ci sono evidenze di effetti tossici delle sostanze presenti nei vapori e dati recenti indicano che le sigarette elettroniche possono aumentare il rischio cardiovascolare (ictus, infarto miocardico e cardiopatia coronarica). Pertanto, la transizione dal fumo di tabacco all'uso indefinito di una sigaretta elettronica non dovrebbe forse essere considerata come un risultato del tutto positivo.

Un articolo pubblicato nel maggio 2018 sulla rivista Prescrire ha esaminato le diverse modalità terapeutiche del tabagismo. Tenendo presente che la motivazione del paziente e il sostegno psicologico giocano un ruolo essenziale nel riuscire a smettere di fumare, l'associazione di un approccio farmacologico e uno non farmacologico aumenta le probabilità di successo.

Gli autori sconsigliano di utilizzare il bupropione (effetti avversi sproporzionati a fronte di un'efficacia modesta), gli ansiolitici (nessuna efficacia dimostrata), gli antidepressivi (nessuna efficacia dimostrata) e la varenciclina (effetti avversi neuropsichiatrici, disturbi cardiaci gravi).

Gli autori di Prescrire suggeriscono come prima scelta i sostituti della nicotina, precisando che nelle persone che fumano meno di 15 sigarette al giorno le evidenze a sostegno di questi farmaci sono molto labili. La scelta della forma dipende dalle preferenze del paziente e dalle sue eventuali esperienze passate nel tentare di smettere di fumare.

Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, i revisori di Prescrire ne sottolineano le incognite sugli effetti indesiderati a lungo termine (anche in relazione alle sostanze diverse dalla nicotina contenute, come gli aromi, il propilene glicole o derivati terpenici). Inoltre, la grande diversità di composizione dei vari modelli esistenti è un ostacolo alla definizione degli effetti indesiderati a cui espongono le sigarette elettroniche.



A randomized trial of e-cigarettes versus nicotine-replacement therapy.
N Engl J Med 2019 Jan 30

E-cigarettes more effective to quit smoking than nicotine replacement, but e-cigarettes are used more often and for longer
European Primary Care Cardiovascular Society - FEB. 2019


Gilberto Lacchia


______________________________________

Pubblicato: 15/04/2019 Aggiornato: 15/04/2019

Commenti

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale