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594 - Abuso di gabapentinoidi

Dal dolore neuropatico all'abuso ricreativo. Un fenomeno in rapida espansione che richiede attenzione, monitoraggio e strategie preventive. [Lettura 6 min]

Gabapentin e pregabalin, nati come antiepilettici e farmaci contro il dolore neuropatico, hanno progressivamente trovato spazio in indicazioni off-label e, più recentemente, nell’uso ricreativo. La loro crescente diffusione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sul potenziale di abuso, soprattutto in pazienti con una storia di dipendenza da sostanze.

Entrambi i farmaci hanno un potenziale di dipendenza inferiore rispetto alle sostanze d’abuso tradizionali, come oppioidi e benzodiazepine. Tuttavia, pregabalin si distingue per un rischio maggiore rispetto a gabapentin, con maggiore frequenza di auto-somministrazione, sintomi di astinenza e fenomeni di dipendenza comportamentale.

Il pregabalin induce un’alterazione dei livelli di dopamina nel sistema nervoso centrale, generando un effetto di ricompensa analogo a quello di molti altri stupefacenti. Questo potrebbe spiegare perché i gabapentinoidi sono spesso assunti con altri farmaci, alla ricerca di un effetto sinergico e di “sballo” potenziato, come descritto in molti studi.

Le persone con una storia di abuso di droghe, soprattutto oppioidi, tendono ad essere più inclini ad abusare di questi farmaci.

Ma quanto è diffuso il fenomeno? Quali sono i rischi per i pazienti? Qual è il ruolo del medico di famiglia nella prevenzione di un abuso sempre più diffuso?

Un fenomeno in crescita

Un gruppo danese ha pubblicato un’analisi sistematica della letteratura pubblicata dal 2020 in poi, con una ricerca su PubMed focalizzata su parole chiave relative all’uso ricreativo, abuso e sintomi da astinenza. L’analisi ha incluso dieci studi: case report, studi osservazionali e interviste.

Dai dati raccolti dal centro antiveleni danese (DPIC, Danish Poison Information Centre) emerge un incremento esponenziale delle richieste di assistenza legate a questi farmaci. Se nel 2013 solo 1,27 ogni 10.000 richieste riguardavano pregabalin e gabapentin, nel 2022 il numero è schizzato a 80 su 10.000. Una crescita di oltre 60 volte in meno di dieci anni.

A trainare questa impennata è principalmente il pregabalin: l’effetto ansiolitico, euforizzante e a tratti stimolante, soprattutto a dosaggi elevati, lo ha reso particolarmente diffuso tra gli adolescenti, nelle fasce di popolazione più vulnerabili e soggetti con una storia di dipendenza da oppioidi.

Le popolazioni più vulnerabili includono principalmente i pazienti con una storia di disturbo da uso di sostanze, in particolare gli ex consumatori di oppioidi o soggetti con abuso poli-farmacologico. Il rischio di dipendenza nei pazienti senza una storia di abuso è significativamente più basso.

Le segnalazioni evidenziano un utilizzo estremamente variabile del pregabalin, con dosaggi che oscillano da 150 mg a oltre 12.000 mg al giorno. Questi dosaggi, combinati con oppioidi, alcol o benzodiazepine, moltiplicano il rischio di intossicazione, overdose e morte.

In un’analisi su 488 casi di intossicazione da pregabalin, l’88% dei pazienti aveva assunto il farmaco insieme ad altre droghe, oppioidi nel 47% dei casi. Questa sinergia tra farmaci amplifica i loro effetti depressivi sul sistema nervoso centrale, aumentando il rischio di coma e arresto respiratorio.

Mentre i casi di dipendenza da gabapentin risultano limitati e con sintomi generalmente lievi, pregabalin ha mostrato una maggiore incidenza di dipendenza con quadri più severi. I sintomi di astinenza assomigliano a quelli delle benzodiazepine.

Anche ai dosaggi terapeutici raccomandati, una sospensione brusca può causare sintomi da astinenza significativi:
  • ansia e depressione
  • nausea
  • incubi
  • pensieri suicidari
  • sintomi psicotici
  • convulsioni
Alcuni di questi sintomi possono essere scambiati per patologie neurologiche acute, come ictus o crisi epilettiche, portando a ricoveri e trattamenti inappropriati.

Un altro aspetto paradossale è il crescente uso del pregabalin per mitigare i sintomi da astinenza da eroina e altri oppioidi. La terapia può fornire un sollievo temporaneo ma i dati indicano che spesso porta solo a una sostituzione della dipendenza, e non a una reale soluzione del problema.

Inoltre, l’associazione di pregabalin e oppioidi aumenta la possibilità di depressione respiratoria e di morte correlata agli oppioidi

Cosa può fare il medico di famiglia?

Di fronte a questo scenario, il medico di medicina generale ha un ruolo importante nella prevenzione e gestione del fenomeno.
  • Identificare i pazienti a rischio: storia di dipendenza da sostanze, giovani adulti, persone con problemi psichiatrici o socialmente vulnerabili.
  • Prescrivere con consapevolezza: evitare l’uso non necessario, ridurre i dosaggi al minimo efficace e limitare il numero di confezioni prescritte.
  • Monitorare i segni di abuso: controllare i segni di abuso o richieste sospette di rinnovo della terapia.
  • Educare i pazienti: spiegare chiaramente i rischi di abuso e dipendenza, soprattutto nei pazienti più fragili.
  • Segnalare i casi sospetti: valutare la segnalazione ai servizi per la gestione delle dipendenze.

In pratica

Questa revisione ha consolidato la letteratura esistente sul potenziale di dipendenza da pregabalin e gabapentin, con riferimento all’abuso e ai sintomi di astinenza. Ha evidenziato l’aumento preoccupante dell’uso ricreativo, in particolare tra le popolazioni vulnerabili come gli adolescenti, e l’allarmante tendenza all’abuso insieme ad altre sostanze che amplifica il rischio di esiti avversi.

Pregabalin e gabapentin non sono farmaci da banalizzare, e vanno prescritti con la consapevolezza del loro potenziale di abuso. I dati emergenti indicano chiaramente che il fenomeno è in crescita e che il medico di famiglia ha un ruolo centrale nella prevenzione e nella gestione di questa problematica.

Una prescrizione oculata e una maggiore sorveglianza possono fare la differenza nel contrastare l’abuso sempre più diffuso di questi farmaci.

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📚 Bibliografia


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