L'esposizione agli oppioidi è associata al rischio di cadute con conseguenze gravi in tutti i gruppi di età, ma i più anziani hanno un rischio maggiore. [Lettura 3 min]
Le cadute rappresentano una delle principali cause di infortunio e di ricovero ospedaliero, in particolare tra gli anziani, per i quali una caduta è una delle principali cause di declino funzionale, perdita di indipendenza e mortalità.
Pochi studi sono stati progettati per valutare il rischio legato all'età per le cadute associate all'uso di oppioidi.
In uno studio di popolazione, ricercatori australiani hanno quantificato il rischio correlato all'età di cadute con conseguenze gravi tra 3,2 milioni di adulti che hanno iniziato la prescrizione di oppioidi tra il 2005 e il 2018.
Nel database le donne erano il 53% del totale e i soggetti di età ≥85 anni erano il 4,3% (137.000+).
Durante un follow-up mediano di 4,3 anni, si sono verificate 506.000 cadute con conseguenze gravi (5200 decessi).
Per tutti i gruppi di età, il rischio di caduta con conseguenze gravi era maggiore durante il primo mese successivo all'inizio dell'assunzione di oppioidi (rispetto a quelli successivi) e, ancora una volta, era maggiore nel gruppo di età più avanzata.
Il rischio aumentava anche con l'aumento della posologia dell'oppioide.
In pratica - La prevenzione delle cadute, soprattutto negli anziani, richiede una rivalutazione periodica dei fattori di rischio, prima di tutto i farmaci in terapia.
In uno studio di farmacovigilanza francese, gli oppioidi erano tra i farmaci maggiormente coinvolti nelle cadute degli anziani, insieme ad antipertensivi, benzodiazepine, neurolettici, antidepressivi e farmaci con effetto anticolinergico (antistaminici, farmaci per la malattia di Alzheimer).
Lo studio australiano conferma l'associazione tra uso di oppioidi e le cadute con conseguenze gravi, soprattutto nel primo mese dopo aver iniziato la terapia.
L'effetto è particolarmente evidente negli anziani, che hanno maggiore fragilità e altre condizioni predisponenti (storia di cadute, disturbi visivi, incontinenza urinaria, disabilità funzionale).
Questi rischi vanno considerati quando si prescrivono gli oppioidi, in particolare per le persone con fattori di rischio preesistenti (fragilità ed età avanzata), o quando gli oppioidi sono prescritti a dosi più elevate.
Quando una terapia a base di oppioidi è assolutamente necessaria in questi pazienti, dovrebbe essere discussa (con i pazienti e le loro famiglie) la possibilità di ridurre il rischio di caduta, in base allo specifico ambiente di vita e alle caratteristiche cliniche dei singoli pazienti.
Il primo mese successivo all’inizio della terapia rappresenta un periodo in cui gli sforzi di prevenzione mirati possono essere più efficaci.
Age-Related Risk of Serious Fall Events and Opioid Analgesic Use.
JAMA Intern Med. 2024 Apr 1;184(4):394-401
Chutes et médicaments
Le cadute rappresentano una delle principali cause di infortunio e di ricovero ospedaliero, in particolare tra gli anziani, per i quali una caduta è una delle principali cause di declino funzionale, perdita di indipendenza e mortalità.
Pochi studi sono stati progettati per valutare il rischio legato all'età per le cadute associate all'uso di oppioidi.
In uno studio di popolazione, ricercatori australiani hanno quantificato il rischio correlato all'età di cadute con conseguenze gravi tra 3,2 milioni di adulti che hanno iniziato la prescrizione di oppioidi tra il 2005 e il 2018.
La "caduta con conseguenze gravi" era definita da ricovero ospedaliero, accesso in pronto soccorso o morte in rapporto alla caduta.
Nel database le donne erano il 53% del totale e i soggetti di età ≥85 anni erano il 4,3% (137.000+).
Durante un follow-up mediano di 4,3 anni, si sono verificate 506.000 cadute con conseguenze gravi (5200 decessi).
Corretto per molteplici variabili, il rischio di caduta era significativamente maggiore in tutte le fasce d'età durante l'esposizione agli oppioidi.
Rispetto ai giovani adulti, i soggetti di età ≥85 anni avevano un rischio significativamente maggiore di cadute con conseguenze gravi.
Rispetto ai giovani adulti, i soggetti di età ≥85 anni avevano un rischio significativamente maggiore di cadute con conseguenze gravi.
Per tutti i gruppi di età, il rischio di caduta con conseguenze gravi era maggiore durante il primo mese successivo all'inizio dell'assunzione di oppioidi (rispetto a quelli successivi) e, ancora una volta, era maggiore nel gruppo di età più avanzata.
Il rischio aumentava anche con l'aumento della posologia dell'oppioide.
In pratica - La prevenzione delle cadute, soprattutto negli anziani, richiede una rivalutazione periodica dei fattori di rischio, prima di tutto i farmaci in terapia.
In uno studio di farmacovigilanza francese, gli oppioidi erano tra i farmaci maggiormente coinvolti nelle cadute degli anziani, insieme ad antipertensivi, benzodiazepine, neurolettici, antidepressivi e farmaci con effetto anticolinergico (antistaminici, farmaci per la malattia di Alzheimer).
Lo studio australiano conferma l'associazione tra uso di oppioidi e le cadute con conseguenze gravi, soprattutto nel primo mese dopo aver iniziato la terapia.
L'effetto è particolarmente evidente negli anziani, che hanno maggiore fragilità e altre condizioni predisponenti (storia di cadute, disturbi visivi, incontinenza urinaria, disabilità funzionale).
Questi rischi vanno considerati quando si prescrivono gli oppioidi, in particolare per le persone con fattori di rischio preesistenti (fragilità ed età avanzata), o quando gli oppioidi sono prescritti a dosi più elevate.
Quando una terapia a base di oppioidi è assolutamente necessaria in questi pazienti, dovrebbe essere discussa (con i pazienti e le loro famiglie) la possibilità di ridurre il rischio di caduta, in base allo specifico ambiente di vita e alle caratteristiche cliniche dei singoli pazienti.
Il primo mese successivo all’inizio della terapia rappresenta un periodo in cui gli sforzi di prevenzione mirati possono essere più efficaci.
Age-Related Risk of Serious Fall Events and Opioid Analgesic Use.
JAMA Intern Med. 2024 Apr 1;184(4):394-401
Chutes et médicaments
La revue Prescrire 2016 Nov;36(397):825
Gilberto Lacchia - Pubblicato 03/04/2024 - Aggiornato 03/04/2024
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