Passa ai contenuti principali

593 - Sindrome delle gambe senza riposo: nuove linee guida terapeutiche

Come è cambiato negli ultimi anni l'approccio terapeutico alla sindrome delle gambe senza riposo. [Lettura 7 min]

La sindrome delle gambe senza riposo (RLS, restless leg syndrome) è un disturbo del movimento legato al sonno che si manifesta con un bisogno irresistibile di muovere una o entrambe le gambe, spesso accompagnato da sensazioni sgradevoli o fastidiose.

I sintomi si manifestano principalmente a riposo, soprattutto durante le ore serali o notturne, disturbano il riposo notturno e si alleviano temporaneamente con il movimento.

La diagnosi è clinica e si basa sui criteri diagnostici dell’International Restless Legs Syndrome Study Group (IRLSSG):
  • Necessità urgente di muovere le gambe
  • Sintomi peggiori a riposo
  • Sollievo con il movimento
  • Peggioramento serale o notturno
La RLS può essere confusa con altre problematiche, come crampi notturni o dolori articolari, e colpisce il 2-3% degli adulti, con maggiore prevalenza tra le donne.

Oltre all’insonnia, è associata a movimenti periodici degli arti durante il sonno, che possono ridurre ulteriormente la qualità della vita.

La gestione del disturbo si è evoluta negli anni, passando da farmaci dopaminergici a trattamenti alternativi per minimizzare effetti avversi.

Negli ultimi 30 anni, le linee guida hanno costantemente raccomandato il trattamento farmacologico delle forme di RLS clinicamente significative negli adulti: come terapia di prima scelta sono stati ampiamente adottati gli agonisti dopaminergici.

Si tratta tuttavia di farmaci problematici, che possono indurre:
  • peggioramento (augmentation) dei sintomi con l’uso a lungo termine
  • disturbi del controllo degli impulsi
  • difficoltà di sospensione del farmaco
Per questi motivi, nel corso degli anni le raccomandazioni terapeutiche sono cambiate.

Un gruppo di esperti dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM) ha aggiornato le linee guida per la gestione clinica della RLS e del Periodic Limb Movement Disorder (PLMD), fornendo nuove raccomandazioni terapeutiche basate su prove scientifiche.

Sintesi delle raccomandazioni

Individuare i fattori aggravanti: i fattori che possono peggiorare la RLS vanno identificati ed eliminati quando possibile. Tra questi ci sono:
  • alcol, caffeina
  • farmaci antistaminici
  • antidepressivi (eccetto il bupropione)
  • antipsicotici
  • antiemetici antidopaminergici (p.es, metoclopramide)
  • antistaminici ad azione centrale (p.es. difenidramina)
  • apnea ostruttiva del sonno non diagnosticata
Valutare l’assetto marziale: è raccomandato il controllo regolare di ferritina e saturazione della transferrina. Nei pazienti adulti con ferritina ≤75 ng/mL o saturazione della transferrina <20%, è indicata l’integrazione di ferro orale o endovenoso.

Strategie comportamentali: esercizi di attivazione mentale, attività fisica, massaggi alle gambe, applicazione di calore. Nei pazienti che presentano sintomi lievi e/o saltuari, questi trattamenti possono essere sufficienti per alleviare la sintomatologia.


Trattamenti farmacologici raccomandati per la RLS

Rispetto alle linee guida del 2012, pur riconoscendo l’efficacia a breve termine degli agonisti dopaminergici, il rischio di peggioramento dei sintomi ha portato a una rivalutazione dei benefici e rischi associati a questi trattamenti.

Ligandi alfa-2-delta: gabapentin, gabapentin enacarbil (non disponibile in Italia) e pregabalin sono fortemente raccomandati, salvo controindicazioni.

Ferro endovenoso: il carbossimaltoso ferrico è raccomandato in pazienti con stato del ferro appropriato. I consulenti di UpToDate, nei pazienti con carenza di ferro o livelli di ferritina ≤75 ng/mL, consigliano un trattamento di prova con ferro orale. Suggeriscono la terapia endovenosa a pazienti con:
  • malassorbimento
  • completa intolleranza alle preparazioni orali di ferro
  • sintomi da moderati a gravi, nonostante un tentativo di terapia orale
  • livelli di ferritina sierica tra 76 e 100 ng/mL
  • necessità di una risposta più rapida a causa della gravità dei sintomi
Altre opzioni: possono essere considerati dipiridamolo, oppioidi a basso dosaggio (come l’ossicodone a rilascio prolungato) e stimolazione bilaterale del nervo peroneale ad alta frequenza.

Evitare l’uso prolungato di agonisti dopaminergici: pramipexolo, ropinirolo e levodopa sono ora sconsigliati a causa del rischio di effetti collaterali come il peggioramento dei sintomi e i disturbi del controllo degli impulsi.

In pratica - I consulenti di UpToDate riassumono come segue la gestione della RLS, dalle forme più lievi a quelle refrattarie. Gli agonisti dopaminergici sono ancora contemplati in situazioni particolari.

1. Strategie comportamentali
  • Consigliare ai pazienti di evitare farmaci e sostanze che possono aggravare i sintomi.
  • Sono utili le attività che stimolano la mente, l’esercizio fisico, il massaggio alle gambe e l’applicazione di calore.
  • Nei pazienti con sintomi lievi e/o intermittenti, queste terapie possono essere sufficienti per ottenere sollievo dai sintomi.
2. Integrazione marziale
  • A meno che i sintomi non siano gravi, è opportuno il reintegro delle scorte di ferro prima di iniziare un farmaco di prima scelta.
  • Per i pazienti con carenza di ferro o livelli di ferritina ai limiti inferiori della norma (ferritina sierica <75 ng/mL), è consigliata una terapia con ferro orale.
  • Il ferro per via endovenosa è generalmente riservato ai pazienti con malassorbimento, intolleranza completa ai preparati orali di ferro, sintomi da moderati a gravi nonostante il tentativo con ferro orale o con ferritina sierica tra 76 e 100 ng/mL, o necessità di una risposta più rapida a causa della gravità dei sintomi.
3. Terapia al bisogno per sintomi intermittenti
  • Alcuni pazienti possono avere sintomi intermittenti, non sufficientemente frequenti da richiedere una terapia quotidiana, ma comunque invalidanti quando si manifestano: p.es. dopo lunghi viaggi in auto, con episodi occasionali al momento di coricarsi.
  • È consigliata carbidopa-levodopa al bisogno: 1 compressa da 25/100 mg (o mezza compressa) ha un’azione rapida, buona tollerabilità ed è improbabile che causi un peggioramento dei sintomi se usata in questo modo.
4. Farmacoterapia quotidiana di prima scelta
  • Nella maggior parte dei pazienti con RLS cronica persistente (cioè sintomi ≥2 giorni alla settimana che impattano significativamente sulla qualità della vita), è consigliata una terapia iniziale con un gabapentinoide:
    • pregabalin: 50-75 mg da 1 a 3 ore prima di coricarsi
    • gabapentin: 100-300 mg 2 ore prima di coricarsi
  • La terapia va valutata per 5-7 giorni, prima di considerare un aumento della posologia.
  • Un agonista dopaminergico (pramipexolo, ropinirolo o rotigotina) può essere un’alternativa nei pazienti a maggior rischio di effetti collaterali da gabapentinoidi, come quelli con obesità e le sue complicanze, una storia passata o presente di depressione moderata o grave (specialmente con tendenze suicidarie), disturbi che causano instabilità della deambulazione o insufficienza respiratoria, o una storia di dipendenza da oppioidi.
  • Questi rischi dovrebbero essere bilanciati con l’alta frequenza di peggioramento dei sintomi nell’uso a medio e lungo termine.
5. Opzioni per la RLS refrattaria
  • Quando i sintomi della RLS sono refrattari alla terapia di prima scelta con un gabapentinoide o un agonista dopaminergico, si può considerare la terapia combinata con farmaci di diverse classi e un tentativo con oppioidi a basso dosaggio.
  • Dovrebbero essere anche rivalutate le scorte di ferro, i farmaci e le sostanze che possono aggravare i sintomi e le strategie comportamentali.

📢 Ricevi le notifiche dei post


Canale Telegram Bacheca WhatsApp

💪 Supporta l'iniziativa


Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se...

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere div...

331 - Valutare gli aumenti della creatinchinasi

[Tempo di lettura: 8 min]  Un aumento della creatinchinasi è un riscontro frequente in medicina generale. La maggior parte dei casi lievi dipendono da cause transitorie e autolimitantesi. In alcune situazioni è opportuna una valutazione diagnostica più approfondita. La creatinchinasi (CK) è l'enzima più utilizzato per diagnosi e follow up delle malattie muscolari. Le concentrazioni sieriche aumentano in risposta alla lesione muscolare ed è l'indicatore più sensibile di danno muscolare e il miglior parametro del decorso della lesione muscolare. La CK è un dimero e si presenta in tre isoenzimi diversi (MM, MB e BB), che possono essere distinti all’elettroforesi. Il muscolo scheletrico ha la più alta concentrazione di CK di qualsiasi tessuto, con più del 99% MM e piccole quantità di MB. Il tessuto cardiaco ha la più alta concentrazione di CK-MB, che rappresenta circa il 20% della CK cardiaca (la troponina I è un marker più specifico di danno miocardico rispetto alla CK-MB, uti...