Gli antistaminici H1 di seconda generazione si confermano come terapia di prima scelta nell'orticaria acuta. Il ruolo dei corticosteroidi sistemici come terapia aggiuntiva rimane controverso, con evidenze limitate a supporto del loro utilizzo. [Lettura 7 min]
L'orticaria acuta è una patologia dermatologica infiammatoria comune, caratterizzata dalla comparsa di pomfi, angioedema o entrambi.
L'orticaria (con o senza angioedema) viene comunemente classificata in base alla durata.
Le lesioni dell'orticaria acuta (OA) e di quella cronica hanno un aspetto identico, per cui al momento della comparsa del problema non è possibile differenziare i due disturbi.
La prevalenza nella popolazione generale nel corso della vita è stimata tra il 6% e il 18% circa.
Le lesioni orticarioidi tipiche si presentano come placche eritematose molto pruriginose; possono essere accompagnate da angioedema, che si manifesta come un edema profondo del derma.
Sebbene in alcuni casi sia possibile identificare un fattore scatenante (farmaci, alimenti, punture d'insetto, infezioni), in molti pazienti non si riesce a stabilire una causa specifica, soprattutto quando la condizione persiste per settimane o mesi.
Nonostante la breve durata e il decorso autolimitantesi, l'OA può influire significativamente sulla qualità di vita, soprattutto per il prurito e l'impatto sull'attività lavorativa.
Il trattamento dell'orticaria si basa principalmente sul blocco dei recettori H1.
Gli antistaminici di prima generazione rimangono gli unici farmaci efficaci, prontamente disponibili e ampiamente utilizzati nel trattamento dell'OA, grazie alla loro rapida insorgenza d'azione.
Le linee guida internazionali suggeriscono un breve ciclo di cortisonici sistemici come terapia aggiuntiva per un rapido controllo e riduzione della durata dei sintomi nell'orticaria acuta. Tuttavia, le conclusioni basate sull'evidenza sul ruolo dei cortisonici nel trattamento dell'OA rimangono controverse e non del tutto chiare.
Un gruppo di ricercatori di università tailandesi, canadesi e statunitensi ha condotto una revisione sistematica con metanalisi di studi clinici randomizzati (RCT) che hanno valutato tutti gli interventi di trattamento farmacologico disponibili per i pazienti con orticaria acuta in ambito ambulatoriale e di urgenza.
La metanalisi ha concluso che gli antistaminici anti-H1 si confermano come terapia di prima scelta efficace per il trattamento dell'orticaria acuta mentre non ci sono dimostrazioni inequivocabili di efficacia dei cortisonici, sia in un contesto ambulatoriale che in caso di accesso in pronto soccorso.
L'orticaria acuta è una patologia dermatologica infiammatoria comune, caratterizzata dalla comparsa di pomfi, angioedema o entrambi.
L'orticaria (con o senza angioedema) viene comunemente classificata in base alla durata.
- Orticaria acuta: quando è presente da meno di sei settimane.
- Orticaria cronica: quando è ricorrente, con segni e sintomi che si ripetono per la maggior parte dei giorni della settimana, per sei settimane o più.
Le lesioni dell'orticaria acuta (OA) e di quella cronica hanno un aspetto identico, per cui al momento della comparsa del problema non è possibile differenziare i due disturbi.
La prevalenza nella popolazione generale nel corso della vita è stimata tra il 6% e il 18% circa.
Le lesioni orticarioidi tipiche si presentano come placche eritematose molto pruriginose; possono essere accompagnate da angioedema, che si manifesta come un edema profondo del derma.
Sebbene in alcuni casi sia possibile identificare un fattore scatenante (farmaci, alimenti, punture d'insetto, infezioni), in molti pazienti non si riesce a stabilire una causa specifica, soprattutto quando la condizione persiste per settimane o mesi.
Nonostante la breve durata e il decorso autolimitantesi, l'OA può influire significativamente sulla qualità di vita, soprattutto per il prurito e l'impatto sull'attività lavorativa.
Il trattamento dell'orticaria si basa principalmente sul blocco dei recettori H1.
Gli antistaminici di prima generazione rimangono gli unici farmaci efficaci, prontamente disponibili e ampiamente utilizzati nel trattamento dell'OA, grazie alla loro rapida insorgenza d'azione.
Le linee guida internazionali suggeriscono un breve ciclo di cortisonici sistemici come terapia aggiuntiva per un rapido controllo e riduzione della durata dei sintomi nell'orticaria acuta. Tuttavia, le conclusioni basate sull'evidenza sul ruolo dei cortisonici nel trattamento dell'OA rimangono controverse e non del tutto chiare.
Un gruppo di ricercatori di università tailandesi, canadesi e statunitensi ha condotto una revisione sistematica con metanalisi di studi clinici randomizzati (RCT) che hanno valutato tutti gli interventi di trattamento farmacologico disponibili per i pazienti con orticaria acuta in ambito ambulatoriale e di urgenza.
La metanalisi ha concluso che gli antistaminici anti-H1 si confermano come terapia di prima scelta efficace per il trattamento dell'orticaria acuta mentre non ci sono dimostrazioni inequivocabili di efficacia dei cortisonici, sia in un contesto ambulatoriale che in caso di accesso in pronto soccorso.
In particolare:
Risultati principali:
Una delle revisioni citate osserva che l'aggiunta di prednisone a un antistaminico (levocetirizina o cetirizina) non ha migliorato i sintomi dell'orticaria acuta rispetto al solo antistaminico in due su tre studi randomizzati.
Tuttavia, secondo i consulenti di UpToDate, un ciclo breve (di solito inferiore a una settimana) di cortisonici orali può essere aggiunto alla terapia antistaminica nei pazienti con angioedema evidente o se i sintomi persistono per più di qualche giorno nonostante la somministrazione regolare di antistaminici H1.
I cortisonici non inibiscono la degranulazione dei mastociti, ma possono agire sopprimendo una serie di meccanismi infiammatori che vi contribuiscono.
Il principio attivo e la dose ottimali per l'OA non sono stati determinati.
Se vengono utilizzati, i consulenti di UpToDate consigliano:
- Gli antistaminici H1 di seconda generazione per via endovenosa sono la scelta preferenziale, soprattutto in urgenza. Rispetto agli antistaminici di prima generazione, quelli di seconda generazione mostrano:
- Efficacia paragonabile nel ridurre il prurito
- Minor necessità di terapie di salvataggio
- Riduzione degli accessi ripetuti in pronto soccorso o ambulatorio
- Profilo di sicurezza più favorevole, con minori effetti sedativi
- Il ruolo dei corticosteroidi sistemici come terapia aggiuntiva agli antistaminici H1 rimane controverso:
- In un contesto di emergenza, non è stato evidenziato un beneficio aggiuntivo significativo a breve termine (60 minuti)
- In ambito ambulatoriale, un breve ciclo di corticosteroidi ha mostrato qualche beneficio nel migliorare il prurito a 2 e 5 giorni, senza problemi di sicurezza
- Gli antistaminici H2 non hanno mostrato benefici significativi nel trattamento dell'orticaria acuta.
- Sono da preferire gli antistaminici H1 di seconda generazione, specialmente se disponibili per via endovenosa in contesti di urgenza.
- Rischi e benefici di un breve ciclo di corticosteroidi sistemici vanno valutati caso per caso, considerando la mancanza di evidenze conclusive.
Risultati principali:
- Corticosteroidi sistemici: quattro studi hanno valutato l'efficacia dei corticosteroidi in aggiunta agli antistaminici. In due su tre RCT, l'aggiunta di prednisone a (levo)cetirizina non ha mostrato un miglioramento significativo dei sintomi dell'OA rispetto al solo antistaminico.
- Antistaminici H1 e H2: sei studi hanno confrontato l'efficacia degli antistaminici H1 e/o H2. La combinazione di difenidramina (50 mg, IV) con ranitidina (50 mg, IV) o cimetidina (300 mg, IV) si è dimostrata più efficace nel ridurre l'orticaria in due studi su cinque.
- Effetti avversi: quelli più frequentemente segnalati sono sedazione e sonnolenza.
- Le linee guida recenti sul trattamento dell'orticaria si concentrano principalmente sull'orticaria cronica, trascurando l'OA.
- Gli RCT disponibili sono pochi e di dimensioni ridotte, fornendo evidenze limitate per la gestione dell'OA.
- L'efficacia dell'aggiunta di corticosteroidi agli antistaminici nel trattamento dell'OA rimane incerta e necessita di ulteriori indagini.
Una delle revisioni citate osserva che l'aggiunta di prednisone a un antistaminico (levocetirizina o cetirizina) non ha migliorato i sintomi dell'orticaria acuta rispetto al solo antistaminico in due su tre studi randomizzati.
Tuttavia, secondo i consulenti di UpToDate, un ciclo breve (di solito inferiore a una settimana) di cortisonici orali può essere aggiunto alla terapia antistaminica nei pazienti con angioedema evidente o se i sintomi persistono per più di qualche giorno nonostante la somministrazione regolare di antistaminici H1.
I cortisonici non inibiscono la degranulazione dei mastociti, ma possono agire sopprimendo una serie di meccanismi infiammatori che vi contribuiscono.
Il principio attivo e la dose ottimali per l'OA non sono stati determinati.
Se vengono utilizzati, i consulenti di UpToDate consigliano:
- Adulti: prednisone da 30 a 60 mg al giorno, scalando la dose nell'arco di cinque-sette giorni.
- Bambini: prednisone da 0,5 a 1 mg/kg/die (massimo 60 mg al giorno), scalando la dose nell'arco di 5-7 giorni.
- La terapia antistaminica deve essere continuata durante e dopo il ciclo di cortisonici, perché alcuni pazienti hanno esacerbazioni quando i cortisonici vengono ridotti o sospesi.
- Se i sintomi non si ripresentano per diversi giorni dopo la sospensione del cortisonici, anche gli antistaminici possono essere sospesi.
- Nei pazienti i cui sintomi si ripresentano dopo la sospensione dei farmaci, gli antistaminici devono essere reinseriti e utilizzati alla dose minima efficace.
- Si dovrebbero evitare cicli ripetuti di cortisonici, in quanto i rischi di effetti avversi superano i benefici per la maggior parte dei pazienti.
📚 Bibliografia
- New-onset urticaria
UpToDate - topic last updated: Aug 20, 2024 - Treatment of acute urticaria: A systematic review.
J Eur Acad Dermatol Venereol. 29 febbraio 2024 - Evaluation of Pharmacological Treatments for Acute Urticaria: A Systematic Review and Meta-Analysis.
The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice. 2024;12(5):1313–25.
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