Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2024

580 - Vitamina D: linee guida controcorrente

Le nuove linee guida sconsigliano comportamenti ormai consolidati nella pratica, ma non dalle prove scientifiche. Basta con i dosaggi della vitamina D sierica e con la definizione di livelli "target" da raggiungere. [Lettura 7 min] Nel 2011, la Endocrine Society aveva pubblicato una linea guida su “Valutazione, trattamento e prevenzione della carenza di vitamina D” nella quale i punti principali erano: lo screening di routine nella popolazione generale adulta era sconsigliato, ma raccomandato solo per i soggetti ad alto rischio di carenza (p.es. pazienti con osteoporosi, obesità o storia di cadute); la carenza di vitamina D veniva definita da livelli sierici di 25-idrossivitamina D (25[OH]D) <20 ng/mL, sebbene si riconoscesse la variabilità dei metodi di dosaggio; l'apporto dietetico raccomandato era di almeno 600 UI al giorno (800 UI dopo i 70 anni), con possibilità di aumentare fino a ≥1500 UI nei soggetti a rischio. Si sottolineava la scarsa presenza di vitamina D

579 - Finerenone secondo Prescrire: nulla di nuovo sotto il sole

Disponibile in Europa da meno di due anni, questo antagonista dell'aldosterone non riduce la mortalità totale né cardiovascolare, ha effetti avversi e interazioni non trascurabili e secondo Prescrire non ha arricchito l'armamentario terapeutico. [Lettura 8 min] Nell’ottobre 2022, in Europa è stato approvato il finerenone (Kerendia°), un antagonista dell'aldosterone indicato per il trattamento di pazienti adulti con nefropatia diabetica in stadio 3 e 4 con albuminuria. Successivamente l’EMA ha raccomandato di estendere l'indicazione, togliendo la restrizione agli stadi 3 e 4. Attualmente è autorizzato “per il trattamento dei pazienti adulti con malattia renale cronica (con albuminuria) associata a diabete di tipo 2”. Nel giugno 2024 la rivista Prescrire  ha pubblicato la sua solita revisione dedicata ai nuovi farmaci, valutando gli studi registrativi. Il parere dei revisori è simile a quello della rivista indipendente tedesca Arznei-Telegram : il farmaco non rappresenta

578 - Ruxolitinib in crema per la vitiligine

Il ruxolitinib in crema ha indotto una ripigmentazione quasi completa del viso nel 16% dei casi rispetto al 2% del placebo. Nonostante l'efficacia, il trattamento presenta effetti collaterali importanti, ed è prudente un uso limitato ai casi più gravi con forte impatto psicosociale. [Lettura 6 min] Il ruxolitinib appartiene alla classe degli inibitori delle Janus chinasi (JAK), che svolgono un ruolo chiave in diversi processi infiammatori e immunitari dell'organismo. Gli inibitori JAK, tra cui ruxolitinib, tofacitinib, baricitinib e altri, sono immunosoppressori assunti per via orale: agiscono inibendo selettivamente una o più delle quattro Janus chinasi (JAK1, JAK2, JAK3 e TYK2), interferendo con le vie di segnalazione cellulare coinvolte nell'infiammazione. Ciò permette di modulare la risposta immunitaria in modo mirato, e offre nuove opzioni terapeutiche per patologie spesso difficili da trattare. La vitiligine è una malattia autoimmune, causata dalla distruzione dei mel

577 - Colesterolo LDL in prevenzione secondaria: meno è meglio?

Le linee guida del 2019 della ESC hanno indotto un trattamento molto aggressivo dell'ipercolesterolemia. È un approccio solidamente dimostrato dalle evidenze? [Lettura 6 min] Dalla pubblicazione delle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) del 2019 sulla gestione delle dislipidemie sono state sollevate obiezioni sull’abbassamento dei target di colesterolo LDL raccomandati, in particolare in prevenzione secondaria. Soprattutto da parte degli specialisti, dopo la pubblicazione di queste linee guida, l’approccio al trattamento è molto più aggressivo.   Nel 2022 la rivista Prescrire aveva pubblicato un articolo di commento esponendo considerazioni tuttora valide. Riassumo qui i concetti principali di quell’articolo che, nello stile di Prescrire , chiarisce quali sono le evidenze su cui si è basata l'ESC e pone alcune domande che mettono in dubbio quelli che potrebbero sembrare dogmi ormai indiscussi (che non esistono nella scienza). L’articolo solleva alcuni inter

576 - DOAC score per la previsione del rischio emorragico

Per la stima del rischio emorragico nella terapia anticoagulante della fibrillazione atriale, il punteggio HAS-BLED è poco pratico e poco usato. Un nuovo punteggio sviluppato in pazienti in terapia con anticoagulanti orali diretti sembra offrire prestazioni migliori. [Lettura 4 min]   | Punti chiave | Il DOAC Score è un nuovo strumento sviluppato per stimare il rischio emorragico in pazienti con fibrillazione atriale in terapia con anticoagulanti orali diretti. Il punteggio ha dimostrato prestazioni superiori rispetto al tradizionale HAS-BLED, stratificando il rischio e tenendo in considerazione diversi fattori che aumentano il rischio emorragico. Nonostante alcune limitazioni, il DOAC Score potrebbe migliorare la personalizzazione della terapia anticoagulante, ottimizzando il rapporto rischio-beneficio. La terapia anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) richiede un attento bilanciamento tra la riduzione del rischio trombotico e l'aumento del rischio emorragico.